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90 anni Bompiani: gli anni Duemiladieci

90 anni Bompiani: gli anni Duemiladieci

La storia dei novant'anni della casa editrice Bompiani, un decennio per volta. 

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Un decennio di cambiamenti

È l'ottobre 2015 quando viene annunciato che il gruppo Mondadori ha acquisito il comparto librario del gruppo RCS. Contestualmente all'annuncio e in segno di opposizione alla fusione dei due gruppi editoriali, la precedente direzione editoriale, capitanata da Elisabetta Sgarbi, lascia la casa editrice per fondare la propria realtà editoriale. Alla Sgarbi subentra l'attuale direttore editoriale, Beatrice Masini, che traghetta il marchio verso la sua nuova casa. Infatti nel febbraio 2016 l'AGCM, l'Agenzia Garante della Concorrenza e del Mercato, si pronuncia per diluire la dominanza delle quote di mercato librario controllate da Mondadori e l'autunno successivo Bompiani viene acquisita da Giunti Editore S.p.A.

Le nuove collane

Gli ultimi dieci anni in Bompiani sono stati anni di progetti fecondi che hanno visto la nascita di numerose collane. Prima tra tutte, i Classici Contemporanei, dove confluiscono i grandi romanzi del Novecento, spesso in nuove edizioni e con rinnovati apparati critici: dai capolavori ritradotti di John Steinbeck e Albert Camus (Furore e Uomini e topi per il primo; Lo straniero e La peste per il secondo), a perle del catalogo Bompiani come La condizione umana di André Malraux o Moneta del sogno di Marguerite Yourcenar, fino ai testi fondamentali dei grandi italiani del secolo scorso, come Gli indifferenti o La noia di Alberto Moravia e Il garofano rosso di Elio Vittorini.

Sempre restando nell'alveo dei classici, negli stessi anni vede la luce i Classici della letteratura europea, a cura di Nuccio Ordine, che va ad accompagnare, anche graficamente, il lavoro compiuto dal Pensiero occidentale, concentrandosi però su testi e autori importanti della tradizione letteraria europea, dai massimi - Shakespeare e Cervantes, Virgilio e Montaigne - a nomi e titoli da riscoprire, come Pier Antonio Quarantotti Gamini o Edmund Spencer.

Il lavoro sui classici non si ferma qui: nel 2018 nasce la prima collana di classici “veri e propri” della casa editrice, dove presentare nuove traduzioni in una veste grafica elegante e coerente dei grandi romanzi ottocenteschi e del primo Novecento, da Jane Austen a Maupassant, da Dumas al Golem di Meyrink.

Né viene trascurata la saggistica: accanto al recentissimo rilancio delle collane, a suo tempo fondate da Umberto Eco, Amletica leggera e Campo aperto, curate entrambe da Stefano Bartezzaghi, vede la luce, da un'idea e con la cura di Antonio Scurati, Agone, che si ripropone di riportare lo spirito agonistico nel campo culturale presentando saggi militanti e di qualità.

Il secondo decennio del secolo porta anche un rinnovato interesse alla letteratura per ragazzi, già punta di diamante dell'attività di Bompiani nei decenni precedenti: sotto il nome Bompiani Ragazzi sono diversi i titoli comparsi recentemente, da piccoli classici stranieri, come i libri di Rumer Godden o Florence Parry Heide, a importanti firme nostrane, da Chiara Carminati a Nicola Cinquetti. Senza dimenticare naturalmente gli illustrati.

Il decennio si chiude, in questo 2019 durante il quale la casa editrice festeggia il proprio novantesimo compleanno, con l'avvio di altre due collane di cui abbiamo già raccontato qui nel nostro Salotto, molto diverse tra loro: quella di poesia CapoVersi e quella curata da Roberto Saviano, Munizioni.

Dal lavoro sul catalogo alle scoperte più fortunate

Questo lavoro di rinnovamento delle collane si è accompagnato anche a un importantissimo lavoro di valorizzazione del catalogo e di rilancio di grandi autori. Per limitarci a nomi importanti della cultura italiana che Bompiani sta contribuendo a ripubblicare basti citare Mario Soldati, Guido Piovene, Elio Vittorini, Tonino Guerra, Fernanda Pivano. Senza tralasciare naturalmente gli autori stranieri da sempre nel nostro catalogo, come A.J. Cronin, i già citati Malraux e Yourcenar, André Gide, Stephen King, Anaïs Nin, Flannery O'Connor e J.R.R. Tolkien.

Allo stesso modo la casa editrice sta regalando nuove vesti grafiche ad autori italiani affermati come Alain Elkann, Lidia Ravera, Mario Fortunato, Susanna Tamaro, Roberto Pazzi, aprendosi anche a fortunatissimi successi provenienti dall'estero, come i saggi di Yuval Noah Harari, i romanzi di Joël Dicker e Jane Harper, o ad autori importanti ma ancora poco sconosciuti al pubblico italiano: Annie Dillard, László Krasznahorkai, Katherine Anne Porter, Vladimir Sorokin, Ta-Nehisi Coates, Virginie Despentes, Juan Marsé, Guillermo Arriaga, Wallace Stegner, Margaret Drabble, Arno Geiger, Andrew Miller...

Premi Strega, Premi Nobel

Gli anni duemiladieci si aprono con la vittoria, nel 2011, del Premio Strega che va a Edoardo Nesi per il suo Storia della mia gente, e si chiudono in questo 2019 con la vittoria sia del Premio Strega, ottenuto da Antonio Scurati con M. Il figlio del secolo, sia dello Strega ragazze e ragazzi (a Luca Doninelli e al suo Tre casi per l'investigatore Wickson Alieni). Nel 2015 Bompiani si era già aggiudicata la prima edizione dello Strega ragazzi che era andato a Fuori fuoco di Chiara Carminati.

Sempre nel 2015 Svetlana Aleksievič era stata insignita del Premio Nobel per la letteratura, che nel 2018 è andato a un'altra grande autrice di area slava entrata da poco nel nostro catalogo, Olga Tokarczuk.

La collana anniversario

Per celebrare un compleanno importante come il novantesimo, il primo con Giunti Editore, Bompiani ha scelto un libro per ognuno dei nove decenni della propria storia: un riassunto minimo ed essenziale delle puntate precedenti per una casa editrice che, restando fedele a se stessa, ha avuto numerose identità e ha varato un catalogo vastissimo e diversificato. Per gli anni duemiladieci abbiamo selezionato Tempo di seconda mano di Svetlana Aleksievič.

2014, Tempo di seconda mano, Svetlana Aleksievič

“Per me non è tanto importante che tu scriva quello che ti ho raccontato, ma che andando via ti volti a guardare la mia casetta, e non una ma due volte.” Così si è rivolta a Svetlana Aleksievič, congedandosi da lei, una contadina bielorussa. La speranza di avere affidato il racconto della propria vita a qualcuno capace di vero ascolto non poteva essere meglio riposta. Far raccontare a donne e uomini, protagonisti, vittime e carnefici, il dramma corale delle '“piccole persone” coinvolte dalla Grande Utopia comunista è il cuore del lavoro letterario dell'autrice e questo libro, sullo sfondo della grande tragedia collettiva legata al crollo dell'Unione Sovietica e della tormentosa e problematica nascita di una nuova Russia, costituisce il coronamento ideale di un lavoro di trent'anni. Qui sono decine i protagonisti-narratori che raccontano cos'è stata l'epocale svolta tuttora in atto: contadini, operai, studenti, intellettuali, nonché misconosciuti eroi sovietici i quali non sanno rassegnarsi al tramonto degli ideali e a un'esistenza che esclude i deboli e gli ultimi. È uno spaccato della tramontata civiltà sovietica, quasi un'enciclopedia dei sogni dell'uomo rosso, fecondata dal dono che ha l'autrice di saper penetrare l'anima di coloro che hanno vissuto quell'epoca anche esaltante e stentano oggi ad adattarsi a un “tempo di seconda mano”. Un anno dopo la pubblicazione del libro l'autrice avrebbe vinto il Premio Nobel per la letteratura “per la sua scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo”. Quattordicesima donna a ottenere il prestigioso riconoscimento, è il primo scrittore bielorusso a vincerlo.