Giunti Editore

BOMPIANI

dal 1929

È il 1929. Dopo essere stato segretario generale di Arnoldo Mondadori e direttore di Unitas, Valentino Bompiani fonda la sua casa editrice. La sede è a Milano, in via Durini 24. Il primo libro commissionato è una biografia di don Bosco scritta da Ernesto Vercesi, libro che inaugura la serie dei "Libri scelti per servire al panorama del nostro tempo".

La collana dà voce alle ideologie più diverse, a partire dagli americani Ford e Roosevelt per arrivare a Hitler: in Vita privata (1973) Bompiani ricorda che fu un professore ebreo, Angelo Treves, a proporgli di tradurre il Mein Kampf con questa motivazione: "Bisogna far conoscere chi è Hitler." Nel 1932 del resto l'editore aveva pubblicato l'Hitler di Theodor Heuss, strenuo oppositore del nazismo e primo presidente della Germania postbellica.

Dopo aver promosso gli almanacchi delle case editrici Mondadori e Unitas, Bompiani avvia il proprio Almanacco letterario: la prima serie esce dal 1930 al 1942 in forma di pubblicazione annuale dedicata a temi d'attualità culturale. Nel comitato editoriale con Valentino Bompiani ci sono Cesare Zavattini, Bruno Munari, Ugo Dèttore e molti altri tra le voci letterarie più significative di quel tempo.

Sempre agli anni trenta risale l'inaugurazione della serie, fino ad oggi ininterrotta, della Letteraria. Tra i primi titoli Vita e morte di Adria e dei suoi figli di Massimo Bontempelli e Giro lungo per la primavera di Giuseppe Antonio Borghese, pubblicati nel 1930. Del 1934 è La condizione umana di Malraux, uno dei libri capitali della letteratura tra le due guerre.

Nascono collane come "Idee Nuove" (1934), che si propone di approfondire le più recenti problematiche filosofico-culturali aprendosi alle correnti del pensiero europeo e americano, oltre che dare voce a giovani filosofi italiani come Abbagnano e Preti; o ancora le collane per ragazzi "I libri d'acciaio" (1930-1935) e le "Strenne per i giovani", in cui escono tra gli altri Mary Poppins della Travers nella traduzione di Letizia Bompiani, sorella dell'editore, e I ragazzi della via Pádi Molnár, entrambi nel 1935. Un successo ininterrotto sarà quello del Piccolo Principe di Saint-Exupéry (1949), che continua ancora oggi a campeggiare nelle librerie e nelle classifiche.
La narrativa resta il cuore della casa editrice grazie a voci come quelle di Cesare Zavattini, Archibald Cronin, Pasquale Festa Campanile e Alberto Moravia.
Quest'ultimo fece il suo ingresso in Bompiani con L'imbroglio (1937): il sodalizio che si creò tra editore e autore ha contribuito a disegnare l'alto profilo letterario della casa editrice. Nel 1949 verrà riproposto il capolavoro giovanile dello scrittore, Gli indifferenti, stampato per la prima volta nel 1929 dall'editore milanese Alpes. Con I racconti Moravia ottiene nel 1952 il Premio Strega. Dai romanzi La romana (1947) e La ciociara (1957) verranno tratti film di enorme successo. Nel 1960 esce un altro dei romanzi fondamentali dell'autore, La noia, da cui verrà ricavata una celebre versione cinematografica (1963) da Damiano Damiani.

Sempre nell'ambito della letteratura italiana da ricordare Corrado Alvaro, Elio Vittorini, Guido Piovene, Vitaliano Brancati, Raffaele La Capria, Ercole Patti, Ennio Flaiano, fino ad arrivare a Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino, Piervittorio Tondelli e Umberto Eco.

Eco entra in Bompiani nel 1959, e il suo primo libro viene pubblicato nel 1962. Si tratta di Opera aperta, a cui si collegherà Le poetiche di Joyce (1966), edito prima in lingua inglese. Da Bompiani anche l'esordio nella narrativa: Il nome della rosa, uscito nella "Letteraria" nel 1980, ha ottenuto un successo di pubblico e di critica tale da farne un caso mondiale unico nella storia della letteratura italiana. Nel 1981 il romanzo ottiene il Premio Strega. A seguire Umberto Eco pubblicherà altri sei romanzi di grande successo: Il pendolo di Foucault (1988), L'isola del giorno prima (1994), Baudolino (2000), La misteriosa fiamma della regina Loana (2004), Il cimitero di Praga (2010) e Numero Zero (2015).

Ma Bompiani è anche narrativa straniera: Elio Vittorini infatti è stato, con Pavese, il maggiore artefice della scoperta degli autori americani, trovando in Valentino Bompiani un interlocutore attento e disponibile. Di Steinbeck uscirono fra il 1938 e il 1940 Uomini e topi, Pian della Tortilla e La battaglia; traduttori d'eccezione Pavese, Vittorini e Montale. Degli ultimi anni è la ripubblicazione, con grande successo di pubblico e di critica, di questo grande autore americano con le nuove traduzioni di Furore (2013, Sergio Claudio Perroni), La valle dell'Eden (2014, Maria Baiocchi e Anna Tagliavini) e Uomini e topi (2016, Michele Mari).

Tra gli altri autori che hanno arricchito il catalogo della casa editrice André Gide, Jean-Paul Sartre, Albert Camus (con la nuova traduzione di La peste a cura di Yasmina Melaouah nel 2017), T.S. Eliot, Joseph Conrad, fino alle prime opere di Philip Roth, a Patricia Highsmith, a Marguerite Yourcenar. E poi Erica Jong, Jay McInerney, Hanif Kureishi, Noah Yuval Harari, Lauren Groff; tra gli italiani Antonio Scurati, Alain Elkann, Lidia Ravera.

Oggi Bompiani guarda come sempre al futuro senza dimenticare il passato, il proprio e quello della letteratura: del 2018 è il lancio di una collana di classici; negli ultimi anni molta energia è stata spesa per il lavoro di cura del catalogo, che resta la solida base del marchio.