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90 anni Bompiani: gli anni ottanta

90 anni Bompiani: gli anni ottanta

La storia dei novant'anni della casa editrice Bompiani, un decennio per volta. 

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Un decennio di grandi autori

Gli anni ottanta in Bompiani sono forse il decennio più ricco di autori ormai riconosciuti come assoluti classici contemporanei, nel catalogo della nostra casa editrice. Stephen King, Marguerite Yourcenar, Leonardo Sciascia, Gesualdo Bufalino e, last but not least, due delle firme che più hanno contribuito ad arricchire il prestigio e la popolarità dell'editore, Pier Vittorio Tondelli e Umberto Eco.

Gli italiani: Eco, Sciascia, Bufalino, De Carlo, Tondelli

Gli anni ottanta si aprono con la pubblicazione di uno dei più celebri romanzi della letteratura italiana contemporanea, Il nome della rosa di Umberto Eco: il suo primo romanzo è solo l'inizio di un decennio di grandi esordi letterari. Nello stesso anno vede infatti la luce, sollevando notevole clamore, la raccolta di racconti di uno sconosciuto ragazzo di Correggio: Altri libertini di Pier Vittorio Tondelli. Catalogato inizialmente dalla maggior parte della critica come un fenomeno di costume destinato a esaurirsi nel volgere di una stagione, Altri libertini raccoglie invece un enorme successo presso il pubblico, formato principalmente da coetanei del giovane scrittore, attratti in primis dalla forte carica trasgressiva dell'opera ma anche dalla vicinanza ideologico-cronologica alle vicende narrate. Il linguaggio del libro è un patchwork di parlato giovanile degli anni ottanta, dialettismi emiliani, riferimenti letterari alti, musica, cinema, fumetto: una lingua definita, nuova, frutto di un grande progetto letterario che l'autore perseguirà nel corso del decennio con Rimini (1985), libro della maturità, e Camere separate (1989), il vero capolavoro che chiuderà gli anni ottanta.

Nel 1986 entra nella scuderia Bompiani anche Leonardo Sciascia, con La strega e il capitano, a cui seguirà A futura memoria tre anni dopo. L'autore affidò alla casa editrice anche l'edizione di tutte le sue opere in tre ricchi volumi dei “Classici” (1987-1998), svolse una preziosa attività di consulente e curatore (per le Opere di Brancati e Savinio) e soprattutto contribuì a traghettare verso Bompiani un maturo esordiente siciliano, Gesualdo Bufalino, il cui Diceria dell'untore era uscito in prima battuta per Sellerio nel 1981. A partire dal 1986 con L'uomo invaso le opere di Bufalino iniziano a uscire presso Bompiani, che nel 1992 ristamperà anche il capolavoro del 1981. Nel 1988 Bufalino vincerà il Premio Strega con Le menzogne della notte.

Pochi anni prima, nel 1985, era uscito Macno, terza prova narrativa del giovane Andrea De Carlo. È l'inizio di un sodalizio autore-editore che proseguirà per i due decenni a venire.

Gli stranieri: King, Yourcenar

Accanto alla grande letteratura italiana, proprio nel 1981 Bompiani comincia a proporre le opere del maestro indiscusso dell'orrore, Stephen King: quell'anno pubblica Shining nei “Tascabili”. Seguiranno Ossessione, Carrie, Le notti di Salem, L'occhio del male, A volte ritornano e L'ombra dello scorpione. Inoltre uscirà, curata da King, l'antologia Il libro dei morti viventi.

L'anno successivo inizia la pubblicazione di molte opere di Marguerite Yourcenar, a partire dal saggio Mishima o la visione del vuoto e da Ad occhi aperti. Nel 1988 vede la luce Tutto il teatro e a metà decennio il primo dei due volumi dei “Classici”, Romanzi e racconti, cui seguirà il secondo, Saggi e memorie, qualche anno più tardi. È del 1984 invece la prima edizione Bompiani di Moneta del sogno.

Gli “Strumenti” e la nuova serie dei “Classici”

Ideata e diretta da Umberto Eco, vera eminenza grigia della Bompiani di quegli anni, la collana “Strumenti” si va ad affiancare a quella degli “Studi” nata nel decennio precedente, proponendo una manualistica aggiornata destinata agli insegnanti e agli studenti delle medie superiori e dell'università, ma adatta anche a un pubblico più ampio. Il colore della copertina distingue i diversi destinatari: rosso per la conoscenza delle nozioni di base; blu per gli ulteriori approfondimenti; verde per le teorie della traduzioni; giallo per i compendi storici.

Nel 1986 rinascono anche i “Classici Bompiani”, che propone sillogi prestigiose dei vecchi e nuovi autori della casa editrice, curate, annotate e presentate da studiosi autorevoli: da Corrado Alvaro ad Alberto Moravia, da Carmelo Bene a Gesualdo Bufalino, da Albert Camus a Joseph Conrad, passando, tra gli altri, per Eliot, Saint-Exupéry, Tanizaki, Testori, Waugh e Zavattini.

“Le finestre”

Il decennio si chiude con una nuova collana, “Le finestre”, che va ad affiancarsi alla prestigiosa “Letteraria” dando spazio a nuovi autori, in una prospettiva particolarmente impegnata di rinnovamento e ricerca. Sono pubblicate qui le prime opere Bompiani di autori come José Saramago, Tahar Ben Jelloun, Amos Oz, Enrico Palandri, Paola Capriolo, Witold Gombrowicz, David Lodge, Elie Wisel e Amin Maalouf.

La collana anniversario

Per celebrare un compleanno importante come il novantesimo, il primo con Giunti Editore, Bompiani ha scelto un libro per ognuno dei nove decenni della propria storia: un riassunto minimo ed essenziale delle puntate precedenti per una casa editrice che, restando fedele a se stessa, ha avuto numerose identità e ha varato un catalogo vastissimo e diversificato. Per gli anni ottanta abbiamo selezionato Il nome della rosa di Umberto Eco.

1980, Il nome della rosa, Umberto Eco

“Era una bella mattina di fine novembre.”
Di pochi romanzi si può dire che siano diventati instant classics al momento del loro apparire come del Nome della rosa. Guglielmo da Baskerville, Adso da Melk, il Finis Africae sono entrati fin da subito nell'immaginario collettivo letterario dell'Italia e non solo. Umberto Eco era già celebre come semiologo e appassionato saggista e intellettuale e quando si sparse la voce che aveva scritto un romanzo prima Einaudi e poi Mondadori lo contattarono proponendosi come editori, ma Eco decise di pubblicarlo con Valentino Bompiani, col quale collaborava da lungo tempo e che gli aveva assicurato che lo avrebbe accettato “a scatola chiusa”. Il romanzo uscì nel 1980, quasi a inaugurare un decennio fortunatissimo per la nostra casa editrice, col titolo che tutti conosciamo, dopo aver scartato altre proposte quali L'abbazia del delitto e Adso da Melk. Nel 1981 vinse il Premio Strega, ma si può dire che la fama e il successo di pubblico furono fin da subito eclatanti: tradotto in più di quaranta lingue, considerato da Le Monde uno dei cento libri del secolo, ne sono state tratte innumerevoli trasposizioni, di cui la più celebre è certamente lo splendido film diretto da Jean-Jacques Annaud con Sean Connery nel ruolo di fra’ Guglielmo, Christian Slater in quello del novizio Adso e F. Murray Abraham in quello dell'inquisitore Bernardo Gui. Ma non possiamo non citare L'abbazia del mistero di Zagor, la parodia Il nome della mimosa di Topolino, il gioco da tavola Il mistero dell'abbazia, il videogioco Murder in the Abbey, la canzone The Sign of the Cross degli Iron Maiden, la versione teatrale diretta da Stefano Massini e quella televisiva con John Turturro e Rupert Everett, diretta da Giacomo Battiato. Ben poche altre opere della nostra letteratura (forse soltanto la Divina Commedia) hanno avuto lo stesso impatto sul pubblico del mondo intero, hanno visto tante rivistazioni e creato un intero immaginario di riferimento come il capolavoro di Eco.

Umberto Eco