La regina delle fate
Con La Regina delle Fate Edmund Spenser
dà all’Inghilterra il poema epico che ancora
le mancava. E lo fa in un momento storico
in cui regna Elisabetta I Tudor, celebrata sotto
il nome di Gloriana, regina dell’immaginaria
Terra Fatata che è, insieme, proiezione della
realtà storica e spazio utopico di nostalgia per
una passata età dell’oro. L’autore, sulla scia
dei trattati e dei poemi del Cinquecento italiano,
vuole formare il gentiluomo, insegnandogli quei
valori che lo conducano a vivere in armonia
con sé e con il mondo. Così gli eroi, titolari
dei vari libri, incarnano ciascuno una virtù,
che però non posseggono pienamente: la virtù,
infatti, è una meta da conquistare, una qualità
in divenire, proprio come in continuo divenire
è l’universo della natura e delle cose umane.
Una tensione profonda agita La Regina delle Fate:
la compresenza di cosmos e caos, di ordine
e disordine, di armonia e deformità raffigura
una realtà caratterizzata dalla caducità, in cui
ogni conquista è sempre parziale e provvisoria.
Spenser progettò un poema immenso: dodici libri
di dodici canti ciascuno. Ne portò a compimento
solo sei. Ma questi sei, più il frammento di un
ipotetico libro settimo, danno un’idea compiuta
della grandezza poetica di questo capolavoro
della letteratura inglese, della magia della sua
lingua, della ricchezza delle sue conoscenze
e delle sue aspirazioni. Questa edizione
de La Regina delle Fate - la prima traduzione
integrale in italiano (e in qualsiasi altra lingua),
corredata di un prezioso commento e di una
serie di indici - vuole colmare una grave lacuna
nella nostra cultura, offrendo ai lettori l’opera
più importante di un autore che ha intrattenuto
un costante dialogo con Petrarca, Ariosto,
Tasso, Trissino, Castiglione e Guazzo.
Con La Regina delle Fate Edmund Spenser
dà all’Inghilterra il poema epico che ancora
le mancava. E lo fa in un momento storico
in cui regna Elisabetta I Tudor, celebrata sotto
il nome di Gloriana, regina dell’immaginaria
Terra Fatata che è, insieme, proiezione della
realtà storica e spazio utopico di nostalgia per
una passata età dell’oro. L’autore, sulla scia
dei trattati e dei poemi del Cinquecento italiano,
vuole formare il gentiluomo, insegnandogli quei
valori che lo conducano a vivere in armonia
con sé e con il mondo. Così gli eroi, titolari
dei vari libri, incarnano ciascuno una virtù,
che però non posseggono pienamente: la virtù,
infatti, è una meta da conquistare, una qualità
in divenire, proprio come in continuo divenire
è l’universo della natura e delle cose umane.
Una tensione profonda agita La Regina delle Fate:
la compresenza di cosmos e caos, di ordine
e disordine, di armonia e deformità raffigura
una realtà caratterizzata dalla caducità, in cui
ogni conquista è sempre parziale e provvisoria.
Spenser progettò un poema immenso: dodici libri
di dodici canti ciascuno. Ne portò a compimento
solo sei. Ma questi sei, più il frammento di un
ipotetico libro settimo, danno un’idea compiuta
della grandezza poetica di questo capolavoro
della letteratura inglese, della magia della sua
lingua, della ricchezza delle sue conoscenze
e delle sue aspirazioni. Questa edizione
de La Regina delle Fate - la prima traduzione
integrale in italiano (e in qualsiasi altra lingua),
corredata di un prezioso commento e di una
serie di indici - vuole colmare una grave lacuna
nella nostra cultura, offrendo ai lettori l’opera
più importante di un autore che ha intrattenuto
un costante dialogo con Petrarca, Ariosto,
Tasso, Trissino, Castiglione e Guazzo.