Alberto Moravia se ne andava a ottantatré anni il 26 settembre del 1990: uno degli autori italiani più importanti del catalogo Bompiani e una figura fondamentale nella storia della casa editrice. Ripercorriamone insieme la storia.
Alberto Pincherle Moravia era nato a Roma il 28 novembre del 1907, da padre originario di un'agiata famiglia ebraica e madre marchigiana. Esordisce giovanissimo nel 1929 con Gli indifferenti, pubblicato dalla casa editrice Alpes, romanzo capitale nella letteratura italiana del Novecento che racconta, attraverso la storia di una famiglia, la decadenza morale della classe borghese sotto il fascismo. Il libro ha fin da subito un successo strepitoso, la prima edizione si esaurisce immediatamente e la risonanza critica è impressionante. Nel 1933 i diritti vengono acquisiti da Corbaccio, che li ottiene a discapito di Arnoldo Mondadori; quest'ultimo pubblica l'anno dopo il secondo romanzo di Moravia, Le ambizioni sbagliate, nonostante le insistenti offerte da parte di Valentino Bompiani. Il libro però non ha successo e Mondadori rifiuta di pubblicare l'opera successiva dell'autore, la raccolta di cinque novelle L'imbroglio. Moravia, così, lo consegna a Bompiani:
Lo mandai allora a Bompiani. Non so quanto fosse convinto della pubblicazione: comunque fece leggere il manoscritto a Paola Masino, che diede chiaramente un parere favorevole per la stampa. Da allora Bompiani diventò il mio editore.
Nel novembre del 1936 firma così con la nostra casa editrice un accordo di cinque anni: è l'inizio di uno dei più duraturi sodalizi editoriali del secolo. Tre anni dopo, con l'avvento delle leggi razziali, L'imbroglio e Le ambizioni sbagliate vengono ritirati dalle librerie, inclusi nel provvedimento che colpisce i libri di autori ebrei. Solo in seguito alle proteste viene concesso che le copie già stampate si esauriscano, ma ne sono proibite le ristampe. Per lo stesso motivo, nel 1941, le bozze del terzo romanzo dell'autore, La mascherata, vengono sottoposte da Bompiani al controllo della censura che autorizza l'uscita del libro contemporanemanete alla conferma del provvedimento contro L'imbroglio. Tempo qualche mese, e anche La mascherata, nonostante le precauzioni e le assicurazioni, viene sequestrato e ne viene proibita la ristampa. Così, impossibilitato a pubblicare, nel 1942 su invito di Elio Vittorini prepara per Bompiani un'antologia di Cento sonetti del Belli e inizia la stesura di Agostino:
Agostino fu il punto di partenza di tutta la mia opera successiva e la conclusione del lungo travaglio dopo Gli indifferenti. È la cerniera che congiunge Gli indifferenti ai miei libri successivi.
Nel 1943 esce per Bompiani L'amante infelice, dove ad alcuni racconti di La bella vita (1935), che l'editore ha rilevato, si aggiungono testi scelti dall'Imbroglio. Il libro però viene fermato quasi subito dalle autorità. Con l'aggravarsi della situazione bellica, che rende impossibile pubblicare presso gli editori milanesi, nel 1944 escono Agostino, in un'edizione limitata di 500 copie, e L'epidemia per la casa editrice romana Documento. Solo nel maggio del 1945 Bompiani potrà dare alle stampe il romanzo.
Con il dopoguerra la permanenza dell'autore in casa Bompiani non subisce più oscillazioni: nel 1946 viene ridefinito il rapporto contrattuale (che prevedeva un versamento di ventimila lire di mensilità, interrotto dalla guerra) e negli anni seguenti escono La romana (1947, che rinnova il successo ottenuto vent'anni prima con Gli indifferenti), La disubbidienza (1948), L'amore coniugale (1949), l'edizione Bompiani degli Indifferenti (1949) e alla fine del decennio invia all'editore un piano di pubblicazione completo delle sue opere, con l'intenzione di risistemare tutta la produzione precedente, rinnovando anche i termini del contratto con la volontà di “diventare uno scrittore internazionale”. Bompiani acconsente:
Su tutti i contratti futuri relativi alla cessione dei diritti stranieri dei tuoi libri il riporto del ricavo verrà fatto nella misura da te indicata e cioè: 65% all'autore, 25% all'editore e il solito 10% per i diritti di Agenzia.
Nel 1950 Moravia entra a far parte del “consiglio letterario permanente” formato dai maggiori scrittori della casa editrice: oltre a lui, Corrado Alvaro, Giovanni Battista Angioletti, Massimo Bontempelli, Vitaliano Brancati, Arnaldo Frateili, Vasco Pratolini, Alberto Savinio, Bonaventura Tecchi, Elio Vittorini e Cesare Zavattini, ai quali l'editore intende “rimettere la decisione ultima sui nuovi scrittori e i nuovi libri italiani”. Nel 1951 esce Il conformista, mentre nel 1952 i Racconti 1927-1951, che secondo il piano editoriale costituiscono anche il primo capitolo delle Opere complete (serie che proseguirà fino al 1967, arrivando a contare diciassette volumi) e che nel maggio dello stesso anno viene messa all'Indice dalla Chiesa, accanto ai libri di André Gide.
In polemica con tale provvedimento, la giuria dello Strega assegna il premio a Moravia, rinnovando così la polemica stessa, poiché si tratta di una raccolta di testi già editi e presentata oltre i limiti di tempo previsti dal concorso. Del 1954 sono i Racconti romani, grazie al quale, con la mediazione di Carocci, l'autore modifica il contratto con l'editore, limitando il diritto di prelazione della casa editrice sui propri testi alla persona di Valentino Bompiani, il quale si premura anche di gestire le sempre più numerose richieste di traduzione delle opere di Moravia all'estero. Alla fine dello stesso anno vede la luce Il disprezzo, nel 1956 L'epidemia e nel gennaio del 1957 l'autore spedisce a Bompiani il manoscritto della Ciociara, che esce in aprile. Il libro ha un successo immediato, così come le prime rappresentazioni teatrali su testi dell'autore, tanto che Bompiani insiste perché Moravia prosegua con il teatro – tanto che per il cinquantesimo compleanno gli regalerà addirittura un registratore:
Appunto pensavo di servirmi del registratore per regolarmi nei dialoghi teatrali.
Così nel 1958 esce un volume di Teatro, accanto a Un mese in URSS, il primo di una serie di libri di viaggio, tra i quali ricordiamo Un'idea dell'India (1961), La rivoluzione culturale in Cina (1967), A quale tribù appartieni? (1972), Lettere dal Sahara (1981), Passeggiate africane (1987). L'anno dopo pubblica Nuovi racconti romani, nel 1960 La noia, che rinnova il successo dell'autore ma solleva anche grandi polemiche, nel 1962 L'automa, nel 1963 il saggio L'uomo come fine e nel 1965 L'attenzione. Nel 1967 viene pubblicato il diciassettesimo e ultimo volume delle Opere complete, la raccolta di racconti Una cosa è una cosa, avviate nel 1952: Bompiani dà inizio a una nuova e più elegante edizione delle Opere in quello stesso anno.
Nel nuovo decennio sempre Bompiani sarà l'editore del Paradiso (1970), di Io e lui (1971), di Un'altra vita (1973), Boh (1976) e il travagliato La vita interiore (1978, che l'anno dopo verrà sequestrato per ordine del procuratore della repubblica dell'Aquila con l'accusa di oscenità e dissequestrato nel 1980 dal giudice istruttore di Milano):
Le stesure de La vita interiore sono state sette, una all'anno. Per molto tempo ho pensato che non sarei mai arrivato alla fine: scrivevo per sopravvivere.
Il decennio 1980 si apre con il già citato Lettere dal Sahara, con 1934 e Storie della preistoria (entrambi 1982), mentre nel 1985 esce L'uomo che guarda. L'anno seguente, a cura di Geno Pampaloni, Bompiani pubblica il primo volume, antologico, delle Opere 1927-1947, mentre il secondo, 1948-1968 (1989) sarà curato da Enzo Siciliano.
Il decennio si chiude con l'ultimo romanzo pubblicato in vita, Il viaggio a Roma: il 26 settembre del 1990 Alberto Moravia muore nel suo appartamento romano. Postumi usciranno l'autobiografia in forma di intervista di Alain Elkann, Vita di Moravia, il romanzo La donna leopardo, gli articoli di Diario europeo, il volume Viaggi. Articoli 1930-1990 e Racconti dispersi. Nel 2000, a dieci anni dalla morte, viene avviata l'edizione delle Opere complete, giunta ora al quinto volume, appena uscito per la cura di Simone Casini.
L'attenzione di Bompiani per il grande scrittore romano non si è però chiusa qui. Negli ultimi anni, oltre alle nuove edizioni dei suoi romanzi nei Classici contemporanei, vogliamo ricordare il lavoro di raccolta delle lettere (Se questa è la giovinezza vorrei che passasse presto. Lettere 1926-1940 e Quando verrai sarò quasi felice. Lettere a Elsa Morante 1947-1983), degli scritti sull'arte (Non so perché non ho fatto il pittore. Scritti d'arte 1934-1990) e la pubblicazione delle inedite Poesie, tutti a cura di Alessandra Grandelis. Senza dimenticare la “mappa del ricordo” di Carmen Llera Moravia, Finalmente ti scrivo.