Finalmente ti scrivo
In un giorno qualsiasi davanti a un centinaio di lettere
di Alberto Moravia sparpagliate sul letto, imparate “quasi
a memoria”, ecco che, come scaturendo da una lenta
e sotterranea maturazione, scatta nell’autrice di questo libro
l’impulso a rispondere, a fare i conti con il passato.
Da una parte un “anziano romanziere”, la sua fragilità,
la sua travolgente passione e il suo timore di essere escluso
dalla vitalità della compagna. Dall’altra, una donna “scomoda”,
che ha esplorato dentro di sé e nei suoi riguardi con gli altri
la struggente malinconia del vivere ma anche l’impulso
prepotente ad accogliere ogni possibilità vitale.
Dal caleidoscopio di incontri, fughe, conversazioni, sesso,
amicizie, tradimenti, narrati sempre con una leggerezza
in punta di penna, emerge alla fine una singola, emblematica
frase di Alberto Moravia: “Nessuno ti amerà mai come me”.
Carmen Llera, avventurandosi nelle pieghe del suo vissuto
e mettendo a nudo se stessa con disarmante franchezza,
ci offre una mappa del ricordo che non può condurre altro
che a una trepidante domanda, che riassume il senso
di una perdita incolmabile: “Dove sei?”
In un giorno qualsiasi davanti a un centinaio di lettere
di Alberto Moravia sparpagliate sul letto, imparate “quasi
a memoria”, ecco che, come scaturendo da una lenta
e sotterranea maturazione, scatta nell’autrice di questo libro
l’impulso a rispondere, a fare i conti con il passato.
Da una parte un “anziano romanziere”, la sua fragilità,
la sua travolgente passione e il suo timore di essere escluso
dalla vitalità della compagna. Dall’altra, una donna “scomoda”,
che ha esplorato dentro di sé e nei suoi riguardi con gli altri
la struggente malinconia del vivere ma anche l’impulso
prepotente ad accogliere ogni possibilità vitale.
Dal caleidoscopio di incontri, fughe, conversazioni, sesso,
amicizie, tradimenti, narrati sempre con una leggerezza
in punta di penna, emerge alla fine una singola, emblematica
frase di Alberto Moravia: “Nessuno ti amerà mai come me”.
Carmen Llera, avventurandosi nelle pieghe del suo vissuto
e mettendo a nudo se stessa con disarmante franchezza,
ci offre una mappa del ricordo che non può condurre altro
che a una trepidante domanda, che riassume il senso
di una perdita incolmabile: “Dove sei?”