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— Parola all'editore

Gesualdo Bufalino a cent'anni dalla nascita

Gesualdo Bufalino a cent'anni dalla nascita

Gesualdo Bufalino, “esordiente tardivo”

15 novembre 1920: a Comiso, in provincia di Ragusa, “la più meridionale d'Italia, con i fari delle sue coste rivolti a cercare l'Africa”, nasce Gesualdo Bufalino. La Sicilia rimarrà lo scenario principale e quasi unico della sua esistenza: oltre alla città natale e al capoluogo provinciale, anche Catania, dove studia, Palermo, dove si laurea dopo la guerra, il sanatorio della Conca d'Oro, Modica e Vittoria, dove insegna. Ed è proprio la sua Comiso ad attirare su di lui l'attenzione di Elvira Sellerio e Leonardo Sciascia: è il 1980, Bufalino è sconosciuto, non ha pubblicato né tentato di pubblicare nulla, ma ha scritto alcune prefazioni a delle miscellanee per la Pro Loco della propria città natale e curato una mostra di vecchie fotografie scattate tra fine ’800 e inizio ’900, per la quale ha scritto anche il catalogo. La mostra diventa un volume fotografico, Comiso ieri. Immagini di vita signorile e rurale, l'introduzione al quale suscita la curiosità di Sciascia e della Sellerio, convinti che l'autore, data la consuetudine con la scrittura che quelle poche pagine rivelano, serbi un romanzo nel cassetto. Per due anni Bufalino nega e tergiversa fino a che, nel 1981, a sessantuno anni, capitola e dà alle stampe per Sellerio il libro che segna il suo esordio, uno dei più tardivi nella storia della nostra letteratura: Diceria dell'untore. Il romanzo ha un immediato successo di critica e pubblico e vince quello stesso anno il premio Campiello.

Di colpo, da emerito sconosciuto, Bufalino comincia a pubblicare non solo con Sellerio, ma anche per Einaudi; a scrivere per il Giornale, La Stampa, Il Corriere della Sera, la Repubblica, oltre che per i quotidiani siciliani; traduce per Mondadori, per l'INDA, per Sellerio. Nel 1986 sbarca alla Bompiani, con la raccolta di racconti L'uomo invaso, cui seguiranno nel 1987 Il malpensante e nel 1989 Il matrimonio illustrato, nato in origine come bomboniera-plaquette per le sue “prudentissime nozze (premeditate per quasi un quarto di secolo)” con l'ex allieva Giovanna Leggio. Nel 1988, sempre per Bompiani, esce l'altro suo titolo più celebre, Le menzogne della notte, che ottiene il premio Strega quello stesso anno. Nel giro di nemmeno un decennio è diventato un autore affermato, ha vinto i due più prestigiosi premi delle lettere italiane, insieme a molti altri, e non accenna a smettere di scrivere, dando libero sfogo a una vena creativa tenuta segreta troppo a lungo. Nonostante la celebrità, rimane legatissimo ai suoi luoghi, a quella Comiso che in un certo senso ne ha decretato anche la nascita letteraria. E per ironia della sorte morirà per un incidente sulla statale tra la città natale e Vittoria quindici anni soltanto dopo il suo esordio.

È importante però non confondere le date, ravvicinatissime, di pubblicazione dei suoi libri con quelle di concepimento e stesura: Bufalino inizia a comparire in rivista già nel dopoguerra e comincia a pensare al primo romanzo fin dagli anni cinquanta, “al tempo della glaciazione neorealista”. Il periodo iniziale d'attività è dunque da spostare all'indietro, tra gli anni ’40 e ’50, date di composizione delle poesie dell'Amaro miele, alcune delle quali videro la luce su due riviste milanesi negli stessi anni. Lo stesso Diceria dell'untore, incominciato appunto nel dopoguerra, verrà abbandonato e ripreso solo nel 1970, e rielaborato instancabilmente (se ne contano sette stesure).

Bufalino in Bompiani

Dopo e insieme a Sellerio, che lo scopre e per cui Bufalino continuerà a pubblicare fino alla fine, è Bompiani che accoglie questo autore tardivo nel proprio catalogo: nel 1986 L'uomo invaso, nel 1987 Il malpensante, nel 1989 Le menzogne della notte, nel 1991 Qui pro quo, nel 1992 Calende greche e, fatto raro per uno scrittore ancora in vita, il primo volume delle Opere. 1981-1988, cui seguono Bluff di parole nel 1994 e, ultimo, Tommaso e il fotografo cieco ovvero Il Patatràc. Negli anni seguenti la nostra casa editrice ha riunito tutte le opere del comisano sotto lo stesso marchio (a partire dal capolavoro, Diceria dell'untore, nel 1992) e completato con il secondo volume l'edizione delle Opere. 1989-1996. Fino ad arrivare alla celebrazione del centenario nel 2020 che ha visto l'uscita di Favola del castello senza tempo, arricchito dalle illustrazioni di Lucia Scuderi.

Gesualdo Bufalino