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— Parola all'editore

Il lavoro dell’editore: l’adattamento di “Scrittori!” per il pubblico italiano

Il lavoro dell’editore: l’adattamento di “Scrittori!” per il pubblico italiano

Un’opera di traduzione è sempre un adattamento da una lingua a un’altra, alla ricerca della restituzione più fedele possibile del senso, dello stile e perfino del suono, pur sapendo che in certe occasioni non si può che rinunciare (almeno in parte) al compito. Lavorando all'adattamento vero e proprio, l'editore fa a livello di struttura del libro quello che un traduttore fa normalmente al livello delle singole parole (e nel loro insieme): una mediazione culturale che getta un ponte tra due testi e due culture, irrimediabilmente distinti e unici, ma anche, per fortuna, molti punti di contatto. In questo articolo vi raccontiamo come abbiamo scelto di lavorare su Scrittori!, di Katharina Mahrenholtz.

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La scelta

Ricordate Rob Gordon, il protagonista di Alta fedeltà di Nick Hornby, che compila liste “top 5” per ogni aspetto della sua vita? Perché non fare lo stesso gioco con le letture migliori di sempre?

Questo è il libro Scrittori!: un viaggio nel mondo della letteratura da Dante ai giorni nostri, in cui si affrontano con tocco leggero ma competente molti temi. Dai generi dell’universo letterario ai premi più ambiti, dagli incipit più celebri ai più misteriosi pseudonimi: Scrittori! è l’elenco di circa 150 tra autori e libri che l’autrice, Katharina Mahrenholtz, ritiene essere fondamentali, selezionando tra titoli che non-si-può-non-leggere e qualche proposta di gusto più soggettivo e sorprendente.

Il lavoro di adattamento

L’elenco di Mahrenholtz dà voce alle molte anime della letturatura: impegnata, d’intrattenimento, per ragazzi, di genere… Rivolgendosi principalmente a un pubblico germanofono, l'autrice ha inserito molti autori di questa area linguistica, alcuni famosissimi anche da noi come Goethe, Thomas Mann, Bertolt Brecht, Max Frisch e altri meno noti. Quando abbiamo deciso di tradurre e proporre al pubblico italiano questo bel libro – grazie anche all’originale progetto grafico di Dawn Parisi e alle sue ironiche illustrazioni – ci siamo subito posti la questione di come adattare il volume al mercato italiano.

Innanzitutto occorreva infoltire la lista di autori italiani fondamentali, rivoltando il punto di vista principalmente tedesco e adattandolo a un lettore italiano. Abbiamo così dovuto accantonare Georg Büchner ed Erich Kästner, ma anche l’autrice americana Harriet Beecher Stowe e l’autrice inglese Enid Blyton, per far posto, tra gli altri, a Petrarca, Manzoni, Salgari, Moravia e Calvino. Una scelta difficile.

Un caso: Il Gattopardo

Abbiamo dovuto lavorare anche più nel dettaglio in alcuni casi di autori italiani che Mahrenholtz aveva selezionato. E allora si sono scoperti aneddoti curiosi, come le vicissitudini editoriali legate al titolo Il Gattopardo in tedesco: fino al 2004 in Germania era noto con il titolo Der Leopard (Il leopardo), quando appare una nuova traduzione da cui si apprende – sorpresa! – che il gattopardo non è il leopardo ma piuttosto un felino di dimensioni più contenute, come i serval o gli ocelot (in effetti il felino rappresentato sullo stemma dei principi di Lampedusa è il Felis leptailurus serval, una belva felina un tempo diffusa anche nell’Africa settentrionale).

Ora, poiché all’editore tedesco giustamente non sembrava possibile pubblicare il volume con il titolo Der Serval o Der Ozelot, si è risolto a usare la parola italiana preceduta dall’articolo tedesco, e quindi Der Gattopardo. Molto meglio! Nella versione italiana abbiamo rinunciato a questo aneddoto preferendo raccontare le vicissitudini del manoscritto di Tomasi di Lampedusa.

Perdite e guadagni

Parlavamo all’inizio di traduzione come di un processo di adattamento, in cui talvolta è inevitabile perdere qualcosa. In effetti è vero anche il contrario. Ha detto Salman Rushdie che la traduzione è anche guadagno, contaminazione di parole e universi di significato che allargano gli orizzonti della lingua di arrivo. Non solo: il testo originale è portatore di contenuti nuovi e grazie agli stimoli che fornisce dischiude possibilità latenti della lingua di arrivo e del testo in traduzione.

Un esempio di questa strada a due direzioni ce lo offre proprio la primissima pagina del volume di Mahrenholtz e Parisi. Nelle righe iniziali del libro si ammette che la parola “letteratura” possa richiamare non solo sensazioni positive ma anche di fastidio, specie a chi abbia avuto esperienze scolastiche aride e pedanti (“Literatur = Qual […] NEIN!!! Literatur ist toll! Spannend. Lustig. Interessant. Ein Abenteuer.”)

I sentimenti che la parola “Literatur” (letteratura) suscita sono polarizzati tra i termini “Qual” (tortura) e “Abentueur” (avventura). Vedete? La traduzione delle tre parole in tedesco, che hanno desinenze tra loro diverse, in italiano è persino in rima. Poiché il testo ha un tono anche scherzoso, è stato naturale esplicitare questa coincidenza per sottolineare come la rima dia risalto al concetto espresso in tedesco, con una più forte efficacia espressiva dell’originale (“Insomma, letteratura fa rima con tortura… SBAGLIATO! La letteratura è fantastica! Emozionante. Divertente. Interessante. E, soprattutto, fa rima con avventura.”)