Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Loredana Lipperini: è giornalista, narratrice, amatissima voce di Fahrenheit su Radiotre e scrive per le pagine culturali de “la Repubblica”. Il suo blog Lipperatura, attivo dal 2004, è un punto di riferimento per la discussione letteraria, culturale, politica. Per Bompiani ha scritto Magia nera e L'arrivo di Saturno.
Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?
Nessuno. Ho imparato a leggere da sola intorno ai quattro anni, scoprendo che la parola treno evocava proprio un treno. A cinque ho provato a riprodurre le parole con la matita, ma ero terribilmente pasticciona, e le cancellavo subito. Bucando il foglio.
Volevi fare lo scrittore già da piccolo?
No. Volevo fare, nell’ordine, l’agente segreto e il bounty killer, dal momento che le frequentazioni cinematografiche di mio padre e mie erano 007 e Sergio Leone. Ho cominciato a sognare la scrittura, e a praticarla, nei primi anni delle medie.
Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto?
I quattro libri di Mary Poppins di Pamela Travers, che sono peraltro libri squisitamente gotici. Quanto all’ultimo libro letto, beh, risposta difficile. Al momento in cui rispondo è Nel grande vuoto di Adil Bellafqih, esordiente, mio ex allievo a Bottega Finzioni. Ma credo che ce ne saranno almeno altri cinque prima che la risposta vi arrivi.
Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?
Scrivo a mano in qualunque momento, sul classico taccuino che porto in borsa, e la sera riporto su computer gli appunti presi. Non ci sono momenti specifici: quando posso, come posso.
Qual è la libreria che frequenti più spesso?
Visti gli spostamenti, Borri Books alla stazione Termini. E, per amore e permanenza, L’ultima spiaggia di Fabio Masi a Ventotene.
In viaggio porti con te libri di carta o eReader?
Porto sempre tutti e due.
Dove preferisci leggere?
Potendo scegliere, sulla mia poltrona con due gatti sulle ginocchia. Nei fatti, leggo ovunque, specie su mezzi pubblici e treni.
In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?
Ho disperatamente provato a ordinarli in ordine alfabetico ma non ci sono riuscita. C’è un ordine sentimentale: i preferiti nella libreria in camera da letto, quelli che mi servono per lavoro in quella all’ingresso, i grandi (per me, almeno) in salotto, i non molto amati ma comunque amati nella stanza degli ospiti.
Casa editrice o autore straniero molto amato?
Ah ah ah. Non è noto? Stephen King.
Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.
La lotteria di Shirley Jackson. Vorrei averlo scoperto, con tutto il cuore.
C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?
Sì. Orlando furioso. Letto “davvero” durante i cinque mesi in ospedale mentre aspettavo la nascita di mia figlia.
Un libro che hai regalato a una persona amata?
I racconti di Alice Munro. Tutti.
Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?
A 15 anni ero innamorata di Don Juan Tenorio. Facciamo contare solo il primo amore, o sarebbero troppi.
E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?
Ovviamente, la Terra di Mezzo.
Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?
It.
Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?
Leggi leggi leggi leggi leggi. Anche il bugiardino dei medicinali. E poi leggi leggi leggi. Gioca. Videogioca. Ascolta musica. Vai ai concerti. Leggi leggi leggi. Vivi. Poi leggi. Poi scrivi.
Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?
Parlo fin troppo. Su Instagram però osservo solo le foto degli altri.
Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.
Gothic va bene per entrambi.
Copertina rigida o brossura?
Non fa differenza.
Un tuo sogno?
Giocavano come gattini nel crepuscolo. Era Hemingway, ma non se la prenderà.
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