Giunti Editore

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La grafica della collana Munizioni

La grafica della collana Munizioni

Le parole per dirlo, e per farlo

Per veicolare i sentimenti positivi come l’affetto, la simpatia - l’amore, in fondo - non ci sono solo sorrisi, abbracci e più o meno intime carezze. Ancora oggi una lettera ben scritta può fare miracoli. Au contraire, purtroppo, non sempre l’opposto dell’amore risulta l’indifferenza, e di conseguenza l’odio dilaga, si fa strada facilmente. Per tale motivo in questa breve lista delle umane priorità non può non trovar posto qualcosa di molto più nobile di quest’ultimo: il dissenso.

Infatti è necessario e spesso urgente raccontare onestamente ciò che funziona, e a volte anche ciò che non funziona affatto; non si può subire un sopruso eroicamente (o religiosamente) sempre in silenzio. Del resto nemmeno mettersi subito a sparare a destra e a manca risolve i problemi. Meglio allora trovare il coraggio di dir bene le cose, di farsi sentire. Ancora una volta ci servono le parole, las palabras. Con loro l’arco parlamentare dei sentimenti leciti (e no) può essere ben rappresentato.

Dal secolo di Gutenberg fino all’altroieri le parole dettate dalla mente e dal cuore di chi aveva qualcosa da dire sono state impresse sulla carta con delle lettere perlopiù fatte di piombo. Prima avvicinate ad una ad una per mano diretta dei pazienti tipografi che le estraevano dalle caselle di infiniti cassetti, e poi, grazie alla prima macchina compositrice (la Monotype), fuse a caldo ad una ad una, dopo averne richiamato la matrice attraverso una tastiera. La più famosa e coeva Linotype, era invece capace di fondere un’intera riga in un sol colpo.

Guardacaso i proiettili erano e sono fatti di piombo (anche se poi rivestiti di un materiale più duro), esattamente come lo sono le parole composte in tipografia.
Ebbene, quando Roberto Saviano, uno che gli argomenti giusti sa dove trovarli, ha scelto Munizioni come nome per una nuova collana editoriale (da lui stesso diretta) dedicata a storie che chiedono giustizia, abbiamo pensato che meglio dei proiettili avrebbero fatto le parole.
Per questo il logotipo della collana che abbiamo progettato richiama quell’insieme di lettere generato da una Monotype. Sempre di piombo si tratta, ma sappiamo che anche le parole sono munizioni che se ben spese possono “colpire” ancora più a lungo.

PS. Qualche inguaribile nostalgico ancora oggi si crogiola nel rimpianto della bellezza e della qualità della stampa di un testo composto a piombo. Io no; in decenni passati ho vissuto a lungo in tipografia e non ho mai dimenticato gli amici linotipisti deceduti per saturnismo o con il colesterolo a mille proprio per la quantità di latte bevuta ogni giorno nella speranza di tenere lontana l’intossicazione da piombo.

Francesco Messina / art director / Polystudio