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Perché leggere libri per ragazzi? Risponde Loredana Lipperini

Perché leggere libri per ragazzi? Risponde Loredana Lipperini

Chiediamo ai nostri autori perché, secondo loro, la letteratura per ragazzi è importante anche per gli adulti. In questo articolo ne parliamo con Loredana Lipperini.

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Perché, secondo lei, persiste il luogo comune che i libri per ragazzi siano “roba da bambini”, inadatta a un lettore adulto? Ci può suggerire le sue argomentazioni per demolire un pregiudizio del genere?

Il pregiudizio riguarda soprattutto l’idea che i libri per ragazzi siano quelli dove la fantasia è predominante, faccenda che dovrebbe in verità riguardare tutti i libri. La sensazione, però, è che sia un pregiudizio molto italiano. Basta ricordare la cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Londra, nel 2012, dove si omaggiava il Peter Pan di James Barrie (letto peraltro da J.K.Rowling) e la Mary Poppins di Pamela Travers, ovvero la grande letteratura per l’infanzia.

Quella letteratura che in troppi casi, ancora oggi, viene considerata “d’evasione”, e tornerà utile dunque ricordare cosa disse J.R.R.Tolkien in proposito. Quando Lo Hobbit ricevette esattamente questa accusa, il professore rispose:

Utilizzando “Evasione” in questo modo, i critici hanno scelto la parola sbagliata, e, quel che è peggio, stanno confondendo, e non sempre in buona fede, l’Evasione del Prigioniero con la fuga del Disertore. Allo stesso modo un portavoce di partito avrebbe potuto etichettare la fuga dalle miserie del Reich del Führer o di qualsiasi altro regime, o anche solo la sua critica, come un tradimento. In questo modo i critici, per rendere peggiore la confusione, e attirare il disprezzo sugli oppositori, appiccicano la loro etichetta spregiativa non solo sulla Diserzione, ma anche sull’Evasione vera e propria, e su quelli che sono spesso i suoi compagni: Disgusto, Rabbia, Condanna e Rivolta. Non solo essi confondono l’evasione del prigioniero con la fuga del disertore, ma sembrerebbero preferire l’acquiescenza del collaborazionista alla resistenza del patriota.

Dunque, per demolire il pregiudizio, occorre anzitutto leggere, e sono certa che molti adulti rimarrebbero sorpresi da quanto hanno fra le mani. Inoltre, occorre scrivere con libertà e soprattutto fare proprie le parole di una grande scrittrice come Ursula K. LeGuin su cosa significhi fantasia, e fantastico:

Stendhal, da quell’austero realista che era, si vantava di aver creato coi suoi romanzi “uno specchio al lato della strada” per riflettere la realtà. Che però non può fare ciò che invece fa la letteratura fantastica: mostrarti il mondo, o te stesso, da un punto di vista mai conosciuto prima. Perché la letteratura fantastica, quando è seria, descrive il mondo reale e gli esseri umani, né più né meno della letteratura realistica (anzi, a volte anche molto più delle storie trite e ritrite di qualche famiglia scombinata del ceto medio-alto). I maggiorenti della critica e dell’insegnamento hanno identificato il concetto di letteratura esclusivamente con la narrativa di tipo realistico. Ovviamente il realismo è un genere formidabile, dalle meravigliose potenzialità, che ha dominato la narrativa a partire dal 1800, se non da prima. Ma “dominante” non è sinonimo di “superiore”.

Dopo la teoria, la pratica: quali sono i libri per ragazzi che un adulto dovrebbe leggere?

Verrebbe da dire: il più possibile. Ma indubbiamente le fiabe dei Grimm (magari corredando con quel miracoloso libro di Simona Vinci che è Mai più sola nel bosco), e poi le fiabe italiane scelte da Calvino, ancora i testi già citati, Peter Pan e i quattro libri di Mary Poppins (vedere i film non vale) e naturalmente la saga di Harry Potter, e già che ci siamo Il mago di Oz di Baum, ma anche Astrid Lindgren, e Bianca Pitzorno, e Pinin Carpi, e come si fa a scegliere? Bisogna fidarsi, prendere un testo per ragazzi fra le mani, e cominciare.


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Loredana Lipperini