Durante la Bologna Children's Bookfair 2019 abbiamo chiesto ad alcuni nostri autori di spiegarci se è vero e perché, secondo loro, i libri per ragazzi non siano adatti agli adulti e di dare qualche consiglio di lettura per sfatare questo luogo comune. Ecco come ci hanno risposto.
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Vergognarsi di leggere libri per ragazzi è la cosa più stupida che possa accadere e soprattutto... scegliere un libro è come nuotare! Nuoti e quello che trovi afferri: conchiglie, pesci, animali marini... entrare in libreria è così. Gli scaffali distinguono tra libri per ragazzi e libri per adulti, ma anche tra generi: in realtà ognuno ha voglia di leggere belle storie, con ci sono altre regole se non che la storia che stai leggendo sia davvero interessante.
Credo che ci sia una difficoltà degli adulti di far leggere e quindi di far parlare il proprio io bambino, che è diventato grande ma rimane quella persona curiosa che ha voglia di essere intrattenuta, di arrivare alla fine della storia, di scoprire di sé qualcosa che ancora non sa. La letteratura per ragazzi è un territorio ricchissimo, sia dal punto di vista della lettura sia da quello dell'illustrazione. Quindi... coraggio, serve un po' di coraggio!
Un adulto che si trovasse in mano Niente, di Janne Teller, un'autrice del nord Europa, resterebbe spiazzato dal nichilismo che pervade la storia, e si direbbe "Ma questo libro è adatto ai ragazzi?" La mia risposta è sempre sì, la mia risposta è sempre che sono i ragazzi a poter spiegare i libri agli adulti, e non viceversa. Io consiglierei a tutti di leggere libri come Skellig, di leggere i libri di Marie-Aude Murail, di tornare alle fiabe di Calvino e di leggerle adesso quelle fiabe raccolte dalle varie regioni d'Italia e di leggerle con uno sguardo adulto, come se fossero dei piccoli romanzi. Ci troverebbero dentro delle vere e proprie lezioni di scrittura. E poi consiglierei a tutti gli adulti di divertirsi tantissimo, considerandoli anche degli oggetti belli da sfogliare, da tenere in casa, di godersi gli albi illustrati, con la loro tradizione nobilissima e spiazzante, in molti casi.
[Paola Parazzoli] Con la moltiplicazione dei libri illustrati, cioè dei picture books e anche delle graphic novel, moltissimi adulti adesso leggono anche libri per ragazzi. Soprattutto l'avvento di un libro ha spezzato in due, almeno in Italia, questo problema, diciamo così: Harry Potter. Nasce come libro per ragazzi ma di fatto è stato letto – e questo direi in tutto il mondo – dagli adulti. In Germania, per esempio, erano state fatte edizioni con copertine diverse, per cui anche se il testo era identico l'hanno reso più accattivante per gli adulti, e di fatto il libro è circolato sia tra bambini e ragazzi, sia tra gli adulti.
Parlavo dei picture book: anche questo è un fenomeno iniziato quindici, vent'anni fa, ma negli ultimi anni sono diventati sempre più non solo per bambini o ragazzi, ma libri che anche un adulto sfoglia volentieri. Io e Pia abbiamo fatto insieme un libro, Alberi, nato per i ragazzi ma sappiamo che è stato comprato anche da tantissimi adulti. In Italia ci sono dei pregiudizi perché autori ritenuti per ragazzi non vengono letti dagli adulti; in Inghilterra Anne Fine, per esempio, che scrive per ragazzi e per adulti viene letta liberamente senza essere etichettata per gli uni o per gli altri.
[Pia Valentinis] Io sono d'accordo con tutto quello che hai detto. Mi stavo chiedendo, in quanto illustratrice, se io ho dei pregiudizi illustrando un libro, se mi capita di affrontare in modo diverso un libro per bambini e un libro per adulti. Credo che non sia così: il mio rapporto è con il testo. Lavorando all'illustrazione mi sembra di seguire il tono del testo, più che il target.
Io consiglierei un libro per bambini piccolissimi – così viene considerato – che è talmente giocoso da poter arricchire chiunque. Nella sua semplicità e non banalità diventa molto profondo: Piccolo blu e piccolo giallo di Leo Lionni.
[Paola Parazzoli] Io rilancio con Sendak, che ha scritto dei piccoli capolavori, tipo Nel paese dei mostri selvaggi, che un adulto dovrebbe leggere per ricordarsi perlomeno com'era da piccolo, ecco. Ma i libri sono tantissimi: parlando di narrativa mi viene in mente Tom Sawyer, o Huckleberry Finn, cioè quei libri talmente universali in cui si parla di infanzia ma un adulto può ricordare la sua infanzia, la sua adolescenza. Ci sono libri per ragazzi meravigliosi, che è bello rileggere.
In verità penso che sia un pregiudizio facile da sgretolare, a giudicare dal numero sempre maggiore di adulti che si interessano ai libri letti dai ragazzi, magari con la scusa di condividere le letture dei figli, e che poi rimangono affascinati da quello che scoprono. Come spesso accade, il pregiudizio nasce da scarsa conoscenza. E la conoscenza si raggiunge concedendosi la curiosità. È comunque un confine mosso, difficile da tracciare con sicurezza, che proprio per questo invita a essere varcato.
Non ho un decalogo di consigli di lettura in tasca, ma posso citare alcuni autori che hanno conquistato me e non smettono di sorprendermi a ogni rilettura: Sharon Creech, Patricia McLachlan, Robert Westall, Marie-Aude Murail, Siobhan Dowd…
Un adulto dovrebbe sicuramente leggere tutti i libri di Stevenson, da Il ragazzo rapito che è un romanzo completamente sconosciuto, a L'isola del tesoro, a Il Dottor Jackyll e Mister Hyde... credo che Stevenson fosse considerato uno scrittore per l'infanzia, che non fosse considerato un "vero" scrittore di letteratura inglese. Anche l'Odissea può essere un libro per l'infanzia, per me. Non c'è differenza. Leggere tutti i classici, come Pinocchio: io l'ho letto a venticinque anni e ho scoperto degli abissi di profondità, delle cose incredibili che non mi sarei mai aspettato. Fa sempre bene leggere dei libri... chiamiamoli “per l'infanzia”.
È una sciocchezza considerare la letteratura per ragazzi diversa dalla cosiddetta letteratura per adulti: consiglierei Le avventure di Pinocchio, L'isola del tesoro, Alice nel paese delle meraviglie, La piccola Dorritt, Oliver Twist, David Coppefield, Tom Sawyer, Huckleberry Finn, eccetera ecccetera. Mi chiedo, un adulto che consideri questa letteratura per bambini, secondo me... ha sbagliato qualcosa nella vita!