Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Annalisa Ambrosio, giovane autrice, laureata in filosofia e diplomata alla Scuola Holden. Per Bompiani ha scritto Platone. Storia di un dolore che cambia il mondo.
Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?
La mia maestra delle elementari. Semplice semplice.
Volevi fare lo scrittore già da piccolo?
No, la fioraia. Sotto casa nostra c’era una certa Carla Fiori: è l’unico negozio di cui ricordo l’odore, i nastri, le forbici, i fiori ovviamente. Volevo tutto.
Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto?
Estate 1994, Piccole donne di Louisa May Alcott, un classico: le macchie di olio confermano che lo portavo con me anche a tavola. L’ultimo libro che ho letto è Il tempo di una canzone di Richard Powers, pure lì ci sono dei fratelli uniti contro il mondo.
Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?
Quando scrivo è uno degli unici momenti in cui perdo il senso del tempo e dello spazio. Quindi, se ho qualcosa da scrivere, va bene dovunque e a qualsiasi ora. A mano prendo solo appunti.
Qual è la libreria che frequenti più spesso?
Ho un debole per le librerie dentro la stazione.
In viaggio porti con te libri di carta o eReader?
Carta, sempre.
Dove preferisci leggere?
Dove non mi addormento, che mi sembra una mancanza di rispetto, ma se sei troppo comodo può capitare. Se sono a bordo, è perfetto. Se c’è vento pure.
In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?
Il grosso della mia libreria è diviso tra fiction e non fiction, in ordine alfabetico. Gli ultimi anni, invece, sono in ordine di lettura: penso che continuerò così.
Casa editrice o autore straniero molto amato?
Autori. Ne dico due, William Faulkner e George Steiner. Mi accendono la lampadina.
Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.
Domani nella battaglia pensa a me di Javier Marías.
C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?
Salvezza è una parola grossa, però un libro che mi ha fatto ridere molto è La principessa sposa di William Goldman. Soprattutto l’inizio.
Un libro che hai regalato a una persona amata?
Vicolo Cannery di John Steinbeck. L’ho regalato a tre persone che mi fanno sentire a casa. Lo trovo geniale. Penso che descriva il funzionamento degli esseri umani meglio di qualsiasi trattato di anatomia o patologia clinica.
Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?
Richard Quin, l’ultimogenito della Famiglia Aubrey di Rebecca West. L’avrei anche sposato volentieri.
E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?
Quattro tappe: pensatoio di Silente, Mar Rosso aperto in due, stanza da letto di Marguerite Gautier e belvedere di Gatsby.
Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?
Per esempio, Plant Revolution di Stefano Mancuso: se provi ammirazione verso un bosco, difficilmente lo riempirai di cartacce.
Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?
Sono uno scrittore esordiente, perciò li aspetto. (Grazie).
Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?
Il silenzio non mi dispiace.
Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.
Multistrato, direi, come le giacche a vento. Per la stampa Marat: ci sono affezionata.
Copertina rigida o brossura?
Brossura!
Un tuo sogno?
Uso troppo il computer: da poco ho sognato di copia-e-incollare mia nonna. In effetti sarebbe magnifico poterlo fare per cose più importanti di una frase.
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