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— Parola all'autore

Lei non sa chi sono io! Con Silvia Vecchini

Lei non sa chi sono io! Con Silvia Vecchini

Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Silvia Vecchini: nata a Perugia nel 1975, appassionata di poesia, ha esordito nel 1999 con una silloge poetica che ha vinto il premio Diego Valeri come opera prima. Ha curato progetti editoriali, collane, testi scolastici per diverse case editrici. Dal 2000 scrive per bambini e ragazzi: libri tattili, storie illustrate per i più piccoli, prime letture, libri che raccontano opere d’arte, romanzi per ragazzi, raccolte di poesie e fumetti. Per Bompiani ha pubblicato Prima che sia notte.


Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?

L’ho imparato sui giornalini e i fumetti che leggeva mio fratello più grande. Su Miao ho imparato a leggere le storie fatte da sequenze illustrate.

Volevi fare lo scrittore già da piccolo?

Non avevo la più pallida idea di cosa fosse “uno scrittore”. Tuttavia, quando da bambina ho scoperto la poesia, ho desiderato fortissimo saper scrivere le mie parole.

Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto? 


Il primo libro amato è I ragazzi della via Pál di Ferenc Molnár. Anch’io facevo parte di una banda e le nostre missioni contemplavano incursioni in una segheria. L’ultimo è Brevemente risplendiamo sulla terra di Ocean Vuong.

Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?

I versi li scrivo a mano su piccoli taccuini tascabili, così posso scrivere ovunque, anche in viaggio. Le storie le scrivo al computer. Mi piace scrivere di mattina quando la casa è libera e silenziosa. Se sto lavorando a un libro, prima di dormire mi piace appuntarmi una frase, un dialogo, un’immagine per svegliarmi con la voglia di cominciare.

Qual è la libreria che frequenti più spesso?

Essendo sempre in viaggio, le librerie delle grandi stazioni sono davvero quelle che frequento più spesso.

In viaggio porti con te libri di carta o eReader?

Libri di carta delle librerie di cui sopra!

Dove preferisci leggere?

In treno va benissimo. All’aperto è perfetto. Abito vicino a un lago e stendere un telo sul prato e leggere è una meraviglia.

In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?

Poesia, narrativa, saggistica, albi illustrati. Poi argomenti in particolare. Libri sulla pittura, sul fumetto, sulla spiritualità, sulla musica, sulla letteratura per ragazzi.

Casa editrice o autore straniero molto amato?

Per la poesia Agi Mishol e Mohja Kahf. Per la prosa Philip Roth e Alice Munro.

Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.

A Complicated Kindness di Miriam Toews.

C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?

Lettere a un giovane poeta di Rainer Maria Rilke. Mi ha fatto capire che la persona che avevo davanti era quella giusta per me. Un suggerimento prezioso.

Un libro che hai regalato a una persona amata?

Un libro di Wisława Szymborska, la mia preferita in assoluto, a mia figlia Beatrice, ora lettrice di poesia. Volevo che partisse bene.

Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?

Amo i personaggi bambini e adolescenti e in particolare quelli che hanno a che fare con la scoperta delle parole: la piccola Janet Frame dell’Isola del presente, Polleke dei libri di Guus Kuujier, Mina di David Almond, Momò di Romain Gary.

E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?

La foresta e il fiume nel Dio delle piccole cose di Arundhati Roy. Vorrei volarci dentro come fa l’ape e senza paura. Oppure un giro in biciletta nella Holt di Kent Haruf.

Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?

Qualsiasi libro che generi il piacere di leggere. La scuola dovrebbe offrire presto e a tutti questa esperienza, nel modo più ampio possibile. E continuare a rinnovare l’offerta senza stancarsi.

Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?

Leggi tanto. Poi scrivi e non lasciare che la pratica della scrittura sia solo un fantasma.

Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?

Facebook e Instagram a patto che raccontino e, allo stesso tempo, non raccontino tutto.

Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.

Attento. Il carattere di stampa è American Typewriter perché mi ricorda la prima estate passata interamente a scrivere dei racconti battendo sui tasti della macchina di mio padre.

Copertina rigida o brossura?

Brossura perché posso adattare la sua forma alla mia quando leggo nelle posizioni più assurde.

Ci confidi un tuo sogno?

Quello di saper volare. Da bambina tenevo un diario delle volte in cui mi capitava di sognarlo di notte. Capita anche adesso ed è una delle cose più divertenti ed entusiasmanti che l’immaginazione mi regala.


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Silvia Vecchini