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— Parola all'autore

Lei non sa chi sono io! Con Pierpaolo Vettori

Lei non sa chi sono io! Con Pierpaolo Vettori

Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Pierpaolo Vettori: è nato a Venaria Reale nel 1967 ed è stato per due volte finalista al Premio Calvino. Nel catalogo Bompiani sono disponibili Lanterna per illusionisti e La notte dei bambini cometa.


Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?

Ho imparato seduto sulle ginocchia di mia nonna Colomba. A quattro anni mi aveva già insegnato a leggere e scrivere. È morta quando ne avevo sei e purtroppo non ho più un ricordo del suo viso se non tramite le fotografie. Rammento bene il calore delle sue ginocchia.

Volevi fare lo scrittore già da piccolo?

Sì, anche se immaginavo lo scrittore come il protagonista delle storie che creava. In un certo senso, per me Salgari era Sandokan e Jules Verne andava di persona al centro della Terra. Quindi, da bambino, essere uno scrittore non era in conflitto con il diventare anche astronauta o agente segreto.

Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto? 


Il primo libro è stato Tre uomini in barca di Jerome. Fingevo di capirne l’umorismo perché i ragazzi più grandi in colonia lo leggevano e ridevano come pazzi. L’ultimo è In questa luce di Daniele Del Giudice, uno dei più grandi scrittori italiani.

Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?

Sono un fabbro, per cui durante il giorno non riesco a scrivere; annoto qualche frase su frammenti di carta e soprattutto imparo a memoria intere parti che poi, di sera, trascrivo sul computer o su un quaderno. Questa tecnica obbligata mi consente una specie di auto-editing artigianale su quello che poi finirà su carta. Preferisco scrivere a penna e poi riportare tutto sul PC. Penso che la scrittura manuale consenta una maggiore concentrazione e attui un legame fisico tra le parole e il segno grafico. Sul computer schiacci sempre tasti uguali.

Qual è la libreria che frequenti più spesso?

Non ho una libreria di riferimento. Frequento molto le biblioteche. Pare che molti si siano dimenticati della loro esistenza.

In viaggio porti con te libri di carta o eReader?

Tutti e due. Compro sempre la versione cartacea dei libri che ho nell’eReader.

Dove preferisci leggere?

Ovunque: a letto, sul camion del lavoro, in spiaggia, in auto. Ho letto Essere e tempo in bagno. Ci ho messo otto mesi. Non consecutivi ovviamente, altrimenti mia moglie avrebbe già divorziato.

In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?

In ordine sparsissimo. Io li trovo: fidatevi.

Casa editrice o autore straniero molto amato?

Ernesto Sábato è l’autore che è più vicino alla mia sensibilità.

Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.

I beati anni del castigo di Fleur Jaeggy.

C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?

Decisamente Sopra eroi e tombe di Ernesto Sábato. Non so se mi abbia salvato, anche perché non ci si salva mai definitivamente; il processo va ripetuto ogni giorno. Di sicuro mi ha fatto sentire meno solo.

Un libro che hai regalato a una persona amata?

Non lasciarmi di Ishiguro. Straordinario e struggente.

Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?

Alice nel paese delle meraviglie.

E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?

Gormenghast.

Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?

Ubik di Philip K. Dick.

Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?

Scrivi qualcosa che ti provochi profondo imbarazzo, che ti faccia vergognare. Fregatene di chi ti leggerà.

Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?

Per quanto possibile, sono per il silenzio in generale.

Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.

Gentile, Algerian.

Copertina rigida o brossura?

Brossura.

Un tuo sogno?

Trovare in un libro la formula magica per sconfiggere la paura e la morte.


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Pierpaolo Vettori

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