Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Paolo Mazzarello, docente di Storia della medicina all’Università di Pavia. L'ultimo libro scritto per Bompiani è L'inferno sulla vetta.
Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?
Un poco mia sorella a cinque anni, soprattutto la maestra di prima elementare.
Volevi fare lo scrittore già da piccolo?
No. Come lettore del Grande Blek e di Tex Willer sognavo una vita di avventure.
Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto?
Cuore di De Amicis che mia nonna mi leggeva quando avevo 4-5 anni. Doctor Faustus di Thomas Mann, libro impegnativo ma che è valsa la pena di leggere.
Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?
Scrivo sempre su computer in uno studio-biblioteca a casa dove nessuno può mettere piede o fare ordine. Scrivo quasi sempre di sera e di notte. Dormo poco, di solito fino dalle due del mattino sono ancora al computer. Poi leggo un'ora prima di addormentarmi. Alle 8.30 sono davanti al computer prima di passare nel mio ufficio all'Università di Pavia (lezioni e la direzione del Sistema Museale di Ateneo che conserva documentazioni importanti di storia della scienza relativa, tra gli altri, a personaggi come Alessandro Volta, l'inventore della pila elettrica, il naturalista Lazzaro Spallanzani e Camillo Golgi, primo italiano a vincere il premio Nobel per la medicina). Anche in università scrivo durante il giorno, prevalentemente articoli tecnici per riviste di storia della medicina o neuroscienze, di solito con le mie collaboratrici.
Qual è la libreria che frequenti più spesso?
La Cooperativa Libraria Universitaria (CLU) di Pavia, che si trova vicinissima al mio ufficio in università, ma anche la libreria Delfino, sempre a Pavia.
In viaggio porti con te libri di carta o eReader?
Rigorosamente libri di carta. Su computer posso studiare frammenti di testo, ma non leggere sistematicamente un libro.
Dove preferisci leggere?
A letto. Lunghi fine settimana di lettura. Ma anche dove capita.
In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?
Sono grossolanamente disposti per argomenti. Più scaffali per letteratura e romanzi, poi altri per la storia della medicina e della biologia, per la storia della scienza e per la storia generale. Ho un intero scaffale dedicato agli autori russi che leggo e rileggo molto, soprattutto Tolstoj.
Casa editrice o autore straniero molto amato?
Ian McEwan.
Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.
Le radici del cielo di Romain Gary.
C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?
Il caso e la necessità di Jacques Monod. Mi sarebbe piaciuto studiare fisica o astronomia; leggendo Il caso e la necessità ho capito che anche le discipline biomediche potevano essere affascinanti. Così mi sono iscritto a medicina.
Un libro che hai regalato a una persona amata?
In principio di Chaim Potok.
Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?
Pierre Bezuchov, ma anche Nataša, di Guerra e pace.
E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?
Jasnaja Poljana, la tenuta di Lev Tolstoj (ma ci andrò presto). Le Galápagos di Charles Darwin.
Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?
Il sistema periodico di Primo Levi oppure La storia di Elsa Morante.
Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?
Leggere molto, smodatamente. Pensare ai libri come a viaggi appassionanti e avventurosi che amplificano le possibilità mentali della vita. Non ricordo chi ha detto che leggere molto è come vivere tante vite. I libri sono fondamentali per generare quel livello soglia di “collisioni creative” necessarie per scrivere.
Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?
Silenzio-social. Non sono iscritto a nessun social, per ora.
Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.
Curioso (e tenace). Times New Roman.
Copertina rigida o brossura?
Dipende dai libri. Rigida per libri da adorare. Brossura per strumenti di lavoro.
Un tuo sogno?
Sogno come semplice desiderio: salire sul Kilimangiaro.
Sogno come stato della mente durante il sonno: la sensazione di dover sostenere l'esame di anatomia umana, ma poi svegliarmi ricordandomi subito di averlo passato bene. Un grande sollievo.
Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla newsletter, non perderti il prossimo!