Giunti Editore

— In copertina

La nuova traduzione del Signore degli anelli

La nuova traduzione del Signore degli anelli

La Compagnia dell’Anello è qui.

Finalmente ci siamo, la nuova traduzione del capolavoro di Tolkien è arrivata in libreria.

La copertina evoca la mappa di un mondo lontanissimo, che molti di noi avrebbero voluto abitare almeno per un po’ (ma è un’immagine del pianeta Marte ripresa da un satellite); l’oro dell’anello gioca e brilla dentro la carta.

Ecco come la presenta l’art director che l’ha pensata.

Correva all’incirca l’anno 2000 quando Bompiani acquisì dalla Rusconi i diritti di tutti i libri di Tolkien. Destino volle che sia capitato proprio a me, lewisiano convinto, di ridisegnare l’aspetto di quei libri. Come chiedere a un interista di ridisegnare lo stemma del Milan. Ma ogni occasione è buona per conoscere ed approfondire. Al tempo ce la cavammo pure bene con un paio di idee e un colpo di squisita fortuna. La prima consisteva nel velare ogni immagine con una forma architettonica quasi gotica. Trucco imparato nello studio di Milton Glaser nel 1980. La seconda era trovare un illustratore unico per tutta la lunga serie di titoli. E qui arrivò il vero colpo di fortuna: la scelta del grandissimo Maxfield Parrish. Va tenuto conto che la serie dei film di Peter Jackson non era ancora stata completata e il riserbo su quel progetto era massimo; di conseguenza non c’era purtroppo alcun riferimento estetico da inseguire. Eppure sapevamo che almeno il primo dei quei film sarebbe a breve uscito nelle sale. Andò benissimo perché le prime immagini confermarono che per puro caso avevamo scelto qualcosa che era perfettamente omogeneo alle scenografie di quella fortunata serie.

E arriviamo all’oggi, ovvero alla nuova avventura della ripubblicazione della trilogia del Signore degli anelli con una nuova traduzione (sì, era una cosa da fare) approvata dall’editore inglese. Naturalmente, per rimarcare il notevole intervento, serviva un nuovo progetto grafico. Ma che fare dopo l’utilizzo di tutte quelle mirabolanti immagini per la prima serie? Serviva un cambio radicale; e Carlo Rossolini qui al Polystudio ha avuto l’idea di andare oltre per cercare immagini adatte a quei fantastici racconti. Così siamo arrivati fino su Marte. Ebbene sì, le immagini impiegate per le copertine di questa nuova edizione della Trilogia altro non sono che fotografie del suolo di Marte. Come mai, almeno a noi e all’editore, possano sembrare perfettamente credibili? Non lo so. Azzardo: forse perché tutto l’universo risponde alle stesse leggi della creazione? La fisica quantistica sembra confermare; si chiamano campi morfogenetici. Non mi addentro. Quanto alle copertine, va annotato che decidere di stampare il tutto su una lamina dorata pre-trasferita sulla carta ha fornito un bell’aiuto.

Francesco Messina / art director / Polystudio

 

Una nuova veste grafica per una nuova traduzione, da leggere, ascoltare e far risuonare dentro di noi. Era la fine del 2016 quando abbiamo cominciato a riflettere sull’opportunità di una nuova traduzione, come abbiamo fatto nel passato prossimo per altri classici del nostro catalogo, da Camus a Steinbeck a Gide, sapendo che i grandi libri hanno bisogno di cambiare voce a tempo debito, e vanno affrontati con rispetto, coraggio e solido mestiere.

E nella primavera del 2017 Ottavio Fatica, scelto – in accordo con HarperCollins, l’editore inglese di Tolkien – per il suo curriculum brillante e la sua inclinazione ad affrontare i grandi classici senza timori, ci ha detto di sì. E così, trascorso il tempo indispensabile per lavorare sulla nuova versione, e dopo le conversazioni con l’AIST che ci ha dato i suoi consigli (ma le scelte finali sono tutte nostre, fatte in redazione da un manipolo di tolkieniani di età diverse e uguale dedizione, e ce ne assumiamo la responsabilità), ripartiamo per la Terra di Mezzo.