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— Parola all'autore

Lei non sa chi sono io! Con Francesca Scotti

Lei non sa chi sono io! Con Francesca Scotti

Lei non sa chi sono io! è un questionario semiserio per conoscere meglio i nostri autori. In questa puntata chiacchieriamo con Francesca Scotti: nata a Milano nel 1981, per Bompiani ha scritto Ellissi e Capacità vitale.


Chi ti ha insegnato a leggere e scrivere?

Mi hanno insegnato i miei genitori, tra i quattro e i cinque anni. Mi avevano garantito che se avessi imparato a scrivere avrei potuto farlo su tutti i muri di casa per un intero anno. L’incentivo ha funzionato meravigliosamente: ho imparato e imbrattato i muri di parole e frasi un po’ sconnesse per i dodici mesi concordati. Mi piaceva molto tracciare lettere grandi e piccole, soprattutto usando i pennarelli. Poi ho dovuto ridimensionare il mio spazio di scrittura, ma conservo una bellissima sensazione di libertà ogni volta che prendo in mano la penna.

Volevi fare lo scrittore già da piccolo?

No, volevo fare l'archeologa.

Qual è il primo libro che ricordi di aver amato da bambino, e l’ultimo libro che hai letto? 


Il primo è Cappuccetto rosso verde giallo blu e bianco di Munari: ero terrorizzata dall'illustrazione del lupo in Cappuccetto verde eppure non mi stancavo mai di sfogliarlo. L'ultimo letto è Gun Love di Jennifer Clement.

Dove scrivi, come scrivi (a mano o su un computer) e in quali momenti della giornata?

Scrivo dove mi trovo, sul divano, in aereo, sulla panchina, al bar, al tavolo della cucina: se ho qualcosa da raccontare entro in una bolla e quello che mi circonda svanisce. Scrivo spesso a mano, salvo poi maledirmi quando devo ricopiare al computer. Talvolta finisce che riscrivo tutto da zero.

Qual è la libreria che frequenti più spesso?

In Giappone vado spesso alla Rakuda Shoten vicino a casa – dove tendenzialmente mi limito al reparto illustrati – e acquisto molto in eBook. A Milano la Feltrinelli della Stazione Centrale, tappa obbligatoria prima di ogni viaggio, e una libreria di corso XXII marzo o il Libraccio zona Navigli quando cerco qualcosa fuori catalogo.

In viaggio porti con te libri di carta o eReader?

eReader, ma almeno un libro di carta devo averlo sempre.

Dove preferisci leggere?

A letto, prima di alzarmi. Oppure sul divano. Insomma mi piace che ci sia una leggera inclinazione.

In che ordine tieni i libri sui tuoi scaffali?

Li tengo in disordine, però in una stanza entrano solo i libri del cuore quindi quelli li trovo sempre e senza troppa difficoltà. Mentre nel resto della casa si mescola un po’ tutto. Lo stesso vale per la mia libreria di ebook: una cartella per gli amatissimi, una per le graphic novel e il resto miscuglio.

Casa editrice o autore straniero molto amato?

Ogawa Yoko.

Un titolo che ti rappresenta o che vorresti aver scoperto tu.

Abbiamo sempre vissuto nel castello di Shirley Jackson. Io vorrei essere quel libro.

C’è un libro che ti ha salvato in un momento difficile, o che ha cambiato il tuo percorso di vita?

La signorina Else di Schnitzler letto in prima superiore. Mi ha turbata e allo stesso tempo mi ha quasi confortata rispetto a un'idea di complessità delle relazioni e dei legami che intuivo soltanto. Ho la sensazione che questo libro mi abbia cambiata e di poter individuare, rispetto alla sua lettura, un prima e un dopo nel mio percorso di formazione.

Un libro che hai regalato a una persona amata?

Da brava figlia degli anni ’80 creavo compilation dei miei racconti preferiti come si faceva con le canzoni sulle audiocassette, con tanto di indice scritto a mano e qualche disegnino. C'erano Fiori di Schnitzler, Quasi d'amore di Bontempelli, L'uomo della sabbia di Hoffmann, La casa di Asterione di Borges, La serra di Loria, Janet la storta di Stevenson, Le Milesie di Schwob, Adolescenti di Tanizaki, L’affittacamere di Dahl, Uno spirito in un lampone di Tarchetti...

Qual è il personaggio letterario che hai amato maggiormente?

Il primo grande amore è stato per Prisca Puntoni di Ascolta il mio cuore di Bianca Pitzorno. Ero pazza di lei, sarebbe stata la mia amica perfetta. A conquistarmi subito fu la sua paura di nuotare immergendo la testa perché temeva che l'acqua del mare le arrivasse al cervello attraverso le orecchie. I timori privi di fondamento scientifico erano anche il mio forte! Desideravo così tanto che fosse reale che ho scritto all'autrice una lettera: Bianca Pitzorno mi ha risposto, facendo di me una bambina davvero davvero contenta.

E quale il luogo della letteratura – anche fantastico – che vorresti visitare?

La biblioteca di Babele di Borges: le infinite possibilità, combinazioni, predizioni, alternative, significati racchiusi nei suoi libri penso che mi darebbero emozioni contraddittorie, potenti, che oscillano tra il fantastico e lo spaventoso. Nel caso non fosse possibile visitare La biblioteca di Babele opterei per La fabbrica di cioccolato.

Quale libro secondo te si dovrebbe far leggere a scuola?

Dico Immagina di essere in guerra di Jeanne Teller, un libro che ha l’aspetto di passaporto e parte da questa domanda: Se oggi in Italia ci fosse la guerra... tu dove andresti? Ne parlavo proprio qualche giorno fa con un’amica bibliotecaria a proposito delle letture che cercano i ragazzi (le cercano?). Questo è secondo me un libro-laboratorio oltre che una lettura efficace.

Quale consiglio daresti a uno scrittore esordiente?

Di godersi la meraviglia del primo libro e dei mondi inattesi che dischiude; di fare amicizia anche con lo spaesamento e la sensazione di vulnerabilità che la pubblicazione porta con sé – almeno per me è così. Di continuare a scrivere onestamente, ascoltando la necessità del raccontare. Ma non sono troppo brava con i consigli.

Facebook, Twitter, Instagram, o sei per il silenzio-social?

Li ho usati tutti e tre per alcuni anni e mi sono stati utili, ma è ormai da qualche tempo che ho lasciato lo spazio social affidando la mia presenza in rete a un sito internet. Non demonizzo, si tratta per me di un cambiamento di sguardo e ascolto, utile anche per vedere come si trasformano le comunicazioni, i loro volumi e la creatività con e senza social.

Un aggettivo per il tuo carattere e un carattere di stampa che ti piace.

Riflessivo, credo. Book Antiqua è il carattere di stampa che preferisco.

Copertina rigida o brossura?

Brossura.

Un tuo sogno?

Comprendere e parlare e scrivere tutte le lingue del mondo. E dato che sto sognando aggiungo anche i linguaggi degli animali. Poi forse da sogno si trasformerebbe in un incubo, chissà! 


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Francesca Scotti