Giunti Editore
La casa dei grandi autori. Alberto Moravia

La casa dei grandi autori. Alberto Moravia

Alberto Moravia occupa un posto di primo piano nel nostro catalogo. Autore fondamentale della nostra letteratura, Valentino Bompiani lo tenne sempre in grandissima stima e considerazione e riuscì a farlo diventare uno degli autori simbolo della casa editrice fin dal 1936.

Che siate già conoscitori di Moravia o che dobbiate ancora leggere i suoi capolavori, questo percorso è un ottimo punto di partenza.

Secondo Giacomo Debenedetti, l'epoca del romanzo contemporaneo in Italia ha inizio con la scoperta di Svevo e con la pubblicazione nel 1929 degli Indifferenti, che alla voce dedicata ad Alberto Moravia sulla Treccani viene definito “romanzo capitale nella letteratura italiana del Novecento”. E per molti, nonostante i capolavori della maturità che sareberro seguiti, l'esordio del ventiduenne autore romano resta la sua opera migliore.

Ho iniziato a scrivere Gli indifferenti a sedici anni e mezzo (ottobre 1925). “La giovane letteratura indifferente” è l’argomento che dovrei trattare qui. Questa giovane letteratura appare in Italia un po’ più tardi, ovvero nel 1929 con il mio romanzo. Ancora dieci anni dopo vengono pubblicati L’Etranger di Camus e La Nausée di Sartre. Il motivo per cui esiste questa differenza di tempo è semplice. Io ero malato, non sono andato a scuola. Sartre e Camus, loro ci sono andati... Ho cominciato con due idee, una letteraria, l’altra (diciamo) socio-psicologica e politica. La prima, quella letteraria, è questa: ero contemporaneo di Joyce e Proust, i quali avevano già detto tutto ciò che era possibile dire sulla realtà; avevano ampliato il concetto di realtà al di là di ogni tradizione. Inventari immensi, colossali: non vi era più nulla da dire sulla realtà... Bisognava reagire. La mia reazione fu di scrivere un romanzo che fosse contemporaneamente dramma e romanzo. Volevo fondere la tecnica della tragedia (che considero la massima forma letteraria) con quella del romanzo, così come ne avevo intravisto la possibilità nell’opera di Dostoevskij, opera teatrale e romanzata. [...]
Il problema dell’azione. Non sono un uomo di azione. Agire, mi piacerebbe, ma preferisco scrivere. Quindi, ho descritto tutto ciò negli Indifferenti. Sono sempre tentato da questo problema e ho senz’altro tendenza a pormi dei problemi. Ma dopo Gli indifferenti ho trascorso un lungo periodo di indifferenza. Avevo esaurito una esperienza, non avevo più nulla da dire, non ho più fatto molto...

Alberto Moravia, “La giovane letteratura ‘indifferente’” in Il pericolo che ci raduna, Milano, Franco Angeli Editore Srl, 1986