Orlando
''Orlando'' è la biografia che diventa romanzo di
un eroe che diventa un’eroina e che vive parecchi
secoli. Non ci vuole molto a capire che il suo tema
non è l’immortalità né il sesso né la letteratura
(o quella sua versione ministeriale che definiamo
storia) né Vita Sackville-West a cui il libro è
dedicato, amica intima di Virginia Woolf e scrittrice
a sua volta. Il tema è piuttosto lo slittamento o,
meglio ancora, la trasformazione, la metamorfosi:
di un corpo nell’altro, di un sesso nell’altro, di un
genere nell’altro (e alludo tanto all’identità di genere
quanto al genere letterario). Ciò che il personaggio
Orlando e la sua vita fantastica ci dicono è che
dentro ognuno di noi non esiste un sé prestabilito
e rigido, pietrificato nella propria identità, bensì
molti sé fluidi, instabili, che, scivolando l’uno
nell’altro e sull’altro, mutano incessantemente
pur conservando al proprio interno elementi di
continuità. Perciò la biografia non può che essere
romanzo - un’idea che avrebbe probabilmente
fatto inorridire il padre di Virginia, Leslie Stephen,
autore del mastodontico e macchinoso ''Dictionary
of National Biography'' - così come il maschile
è anche femminile, e viceversa. (Dall’introduzione di Mario Fortunato)
''Orlando'' è la biografia che diventa romanzo di
un eroe che diventa un’eroina e che vive parecchi
secoli. Non ci vuole molto a capire che il suo tema
non è l’immortalità né il sesso né la letteratura
(o quella sua versione ministeriale che definiamo
storia) né Vita Sackville-West a cui il libro è
dedicato, amica intima di Virginia Woolf e scrittrice
a sua volta. Il tema è piuttosto lo slittamento o,
meglio ancora, la trasformazione, la metamorfosi:
di un corpo nell’altro, di un sesso nell’altro, di un
genere nell’altro (e alludo tanto all’identità di genere
quanto al genere letterario). Ciò che il personaggio
Orlando e la sua vita fantastica ci dicono è che
dentro ognuno di noi non esiste un sé prestabilito
e rigido, pietrificato nella propria identità, bensì
molti sé fluidi, instabili, che, scivolando l’uno
nell’altro e sull’altro, mutano incessantemente
pur conservando al proprio interno elementi di
continuità. Perciò la biografia non può che essere
romanzo - un’idea che avrebbe probabilmente
fatto inorridire il padre di Virginia, Leslie Stephen,
autore del mastodontico e macchinoso ''Dictionary
of National Biography'' - così come il maschile
è anche femminile, e viceversa. (Dall’introduzione di Mario Fortunato)