Nessuno ritorna a Baghdad
La memoria è fatta di dettagli, parole, piccoli
cortocircuiti. Il ricordo più bizzarro e remoto
riaffiora in un certo cibo, in un taglio di luce
londinese che pure nulla ha a che vedere
con il bagliore abbacinante del deserto, oppure
mentre si risponde al telefono, che anche
senza più fili continua a unire chi ha scelto
di andare lontano e chi si è fatto portare lontano
da qualcun altro. Tutto è cominciato lì,
a Baghdad, all’inizio del Novecento, o forse
qualche millennio prima; a Baghdad, dove
Flora, Ameer e Violette sono rimasti giovanissimi
e soli quando Norma, madre inquieta destinata
a mutarsi in matriarca senza età, è partita, prima
di tutti gli altri, per inventarsi un’altra vita
oltreoceano. New York, Milano, Gerusalemme,
Londra, Haifa, Teheran, Madrid: il mondo
è piccolo per chi ha la diaspora nel sangue e sa già,
sa da sempre che ci sono viaggi senza ritorno.
Miraggi e incontri, scorci di storia e storie minime
si compongono in un grande affresco che
attraversa un secolo e oltre: un romanzo intriso
di nostalgia e umorismo, delusioni e speranze
per una famiglia di ebrei di Baghdad che affronta
a testa alta un destino collettivo di viaggio,
sradicamento e – forse – riconciliazione.
La memoria è fatta di dettagli, parole, piccoli
cortocircuiti. Il ricordo più bizzarro e remoto
riaffiora in un certo cibo, in un taglio di luce
londinese che pure nulla ha a che vedere
con il bagliore abbacinante del deserto, oppure
mentre si risponde al telefono, che anche
senza più fili continua a unire chi ha scelto
di andare lontano e chi si è fatto portare lontano
da qualcun altro. Tutto è cominciato lì,
a Baghdad, all’inizio del Novecento, o forse
qualche millennio prima; a Baghdad, dove
Flora, Ameer e Violette sono rimasti giovanissimi
e soli quando Norma, madre inquieta destinata
a mutarsi in matriarca senza età, è partita, prima
di tutti gli altri, per inventarsi un’altra vita
oltreoceano. New York, Milano, Gerusalemme,
Londra, Haifa, Teheran, Madrid: il mondo
è piccolo per chi ha la diaspora nel sangue e sa già,
sa da sempre che ci sono viaggi senza ritorno.
Miraggi e incontri, scorci di storia e storie minime
si compongono in un grande affresco che
attraversa un secolo e oltre: un romanzo intriso
di nostalgia e umorismo, delusioni e speranze
per una famiglia di ebrei di Baghdad che affronta
a testa alta un destino collettivo di viaggio,
sradicamento e – forse – riconciliazione.