I padri lontani
Un racconto dalla forma autobiografica, che si snoda dal paese
di origine dell’autrice, la Lettonia degli anni venti e trenta,
alle valli valdesi, fino alla Torino dei giorni nostri, privo di
vagheggiamenti nostalgici. Le figure e gli ambienti familiari
– il padre elusivo e bellissimo, la madre colta e severa, la
sorella, i nonni, la nuova famiglia che Marina si costruisce in
Italia – sono sottoposti a un ferreo controllo prospettico che
ne restituisce immagini oggettivate e precise. La voce narrante
dialoga con se stessa, con le figure chiave della sua vita
e con i lettori, affrontando con coraggio il passaggio dall’infanzia
all’adolescenza e il rapporto con gli inaccessibili genitori, che
forse solo in età adulta sembra riuscire a decifrare. Forse
il capolavoro dell’autrice, in cui la sua scrittura precisa, poetica
e straordinaria raggiunge l’apice.
Un racconto dalla forma autobiografica, che si snoda dal paese
di origine dell’autrice, la Lettonia degli anni venti e trenta,
alle valli valdesi, fino alla Torino dei giorni nostri, privo di
vagheggiamenti nostalgici. Le figure e gli ambienti familiari
– il padre elusivo e bellissimo, la madre colta e severa, la
sorella, i nonni, la nuova famiglia che Marina si costruisce in
Italia – sono sottoposti a un ferreo controllo prospettico che
ne restituisce immagini oggettivate e precise. La voce narrante
dialoga con se stessa, con le figure chiave della sua vita
e con i lettori, affrontando con coraggio il passaggio dall’infanzia
all’adolescenza e il rapporto con gli inaccessibili genitori, che
forse solo in età adulta sembra riuscire a decifrare. Forse
il capolavoro dell’autrice, in cui la sua scrittura precisa, poetica
e straordinaria raggiunge l’apice.