Scritti di filosofia e religione 1792-1806
I testi presentati in questo volume documentano
il percorso intellettuale e religioso del giovane
Schleiermacher dalle prime prove filosofiche agli anni
della maturità. Nati dal cuore dell’epoca dei lumi,
i Discorsi sulla religione e i Monologhi contribuirono,
insieme ai libri pubblicati negli stessi anni da Fichte,
Schelling e Hegel, a decretarne il tramonto. A monte
della loro stesura sta un ampio spettro di riferimenti
che dall’etica aristotelica rimanda alle metafisiche
di Spinoza e di Leibniz e investe criticamente le opere
consacrate da Kant alla morale. In concordia discors
con la cerchia romantica, Schleiermacher poneva al
centro della sua meditazione il sentimento dell’infinito
e la libertà. Per la sua concezione anticonvenzionale
della fede entrava così in sospetto d’eresia presso le
gerarchie della chiesa riformata, mentre l’«alto senato
dei conservatori» non esitava a tacciare di irrazionalismo
la sua opera. Invero, il suo pensiero giovanile culminava
in un’etica positiva e pluralistica orientata al bene
supremo della socialità come sfera di approfondimento,
non di soppressione, dell’individualità. In questo
senso Schleiermacher intendeva levare lo sguardo
dalla pianura del presente e si considerava un cittadino
profetico del mondo futuro.
I testi presentati in questo volume documentano
il percorso intellettuale e religioso del giovane
Schleiermacher dalle prime prove filosofiche agli anni
della maturità. Nati dal cuore dell’epoca dei lumi,
i Discorsi sulla religione e i Monologhi contribuirono,
insieme ai libri pubblicati negli stessi anni da Fichte,
Schelling e Hegel, a decretarne il tramonto. A monte
della loro stesura sta un ampio spettro di riferimenti
che dall’etica aristotelica rimanda alle metafisiche
di Spinoza e di Leibniz e investe criticamente le opere
consacrate da Kant alla morale. In concordia discors
con la cerchia romantica, Schleiermacher poneva al
centro della sua meditazione il sentimento dell’infinito
e la libertà. Per la sua concezione anticonvenzionale
della fede entrava così in sospetto d’eresia presso le
gerarchie della chiesa riformata, mentre l’«alto senato
dei conservatori» non esitava a tacciare di irrazionalismo
la sua opera. Invero, il suo pensiero giovanile culminava
in un’etica positiva e pluralistica orientata al bene
supremo della socialità come sfera di approfondimento,
non di soppressione, dell’individualità. In questo
senso Schleiermacher intendeva levare lo sguardo
dalla pianura del presente e si considerava un cittadino
profetico del mondo futuro.