Memoria della memoria
La morte di una zia, un viaggio nel paese d’origine al limitare
della steppa russa, miriadi di oggetti, fotografie e cartoline
che si trasformano in grimaldelli per aprire lo scrigno della
memoria famigliare e personale: storie d’amore, diari di viaggio,
riflessioni sulla fotografia e sul dolore si fondono in una voce
unica e ammaliante che ripercorre vicende umanissime ai
margini della grande Storia. Al centro di tutto c’è una famiglia
di medici, architetti, bibliotecari, commercialisti e ingegneri
che hanno cercato di condurre un’esistenza tranquilla, per nulla
spettacolare, e che pur vittime di violenze e persecuzioni sono
riusciti a sopravvivere agli orrori del XX secolo. Com’è stato
possibile? Per rispondere a questa domanda Marija Stepanova
ha attinto a una biblioteca perduta e ritrovata di ricordi e li
ha messi in dialogo con Barthes, Sebald, Sontag, Blok, Proust,
con un linguaggio lirico e lieve che segna un passo avanti
nell’evoluzione della forma narrativa contemporanea.
La morte di una zia, un viaggio nel paese d’origine al limitare
della steppa russa, miriadi di oggetti, fotografie e cartoline
che si trasformano in grimaldelli per aprire lo scrigno della
memoria famigliare e personale: storie d’amore, diari di viaggio,
riflessioni sulla fotografia e sul dolore si fondono in una voce
unica e ammaliante che ripercorre vicende umanissime ai
margini della grande Storia. Al centro di tutto c’è una famiglia
di medici, architetti, bibliotecari, commercialisti e ingegneri
che hanno cercato di condurre un’esistenza tranquilla, per nulla
spettacolare, e che pur vittime di violenze e persecuzioni sono
riusciti a sopravvivere agli orrori del XX secolo. Com’è stato
possibile? Per rispondere a questa domanda Marija Stepanova
ha attinto a una biblioteca perduta e ritrovata di ricordi e li
ha messi in dialogo con Barthes, Sebald, Sontag, Blok, Proust,
con un linguaggio lirico e lieve che segna un passo avanti
nell’evoluzione della forma narrativa contemporanea.