L'anatra sposa
Imperscrutabile e potente, sempre in movimento
eppure sempre uguale a sé stesso: nella pianura
sembra che il fiume sia la sola divinità capace
di dare la vita o di toglierla. Così a Ghiarole,
paese di golena, quando il fango della piena
isola case e persone non ci si lamenta troppo
e si pone mano ai badili. La vita scorre al ritmo
di stagioni immutabili come l’insegna dell’albergo
“Don Camillo”, come le scaramucce all’osteria
tra chi legge l’Unità e chi va a messa da don
Cagna. Eppure qualcosa sta cambiando. Certo,
è tornata l’estate, e una famiglia di milanesi si è
stabilita in paese, e poi al teatrino di Brescello
cercano attori locali per una recita dell’Odissea.
Ma non è solo questo. È che le due sorelle
selvatiche, che stanno nella casa più isolata
lungo l’argine, sono cresciute: Nevia si è fatta
bella, morbida e svagata come una nuvola
nel cielo, e Alda, al contrario, misteriosa e fiera,
pedala così veloce che sembra appartenere
a un altro mondo. Né don Cagna, né la Nene,
né le suore dell’asilo o quel disgraziato
di Ermanno sanno che a cambiare tutto
questa volta non sarà la piena bensì Nazareno,
il pastore, e con lui un’anatra dalle meravigliose
piume blu, candide, dorate. Un’anatra sposa.
Questo romanzo è una storia di liberazione ma
al tempo stesso di resa alle leggi misteriose
della natura, che guidano alcune creature verso
un nido sicuro e altre verso la scoperta
di orizzonti più vasti. Marta Ceroni, nata
a Milano, da decenni vive negli Stati Uniti.
Ed è come se questa lontananza la aiutasse
a scegliere le parole per raccontare i suoi luoghi
nel modo più vivido: “Come un binocolo che
mostrava dettagli e movenze struggenti.
Una qual villania del destino faceva sì che si
potessero vedere le cose di sempre solo
al momento di andarsene”.
Imperscrutabile e potente, sempre in movimento
eppure sempre uguale a sé stesso: nella pianura
sembra che il fiume sia la sola divinità capace
di dare la vita o di toglierla. Così a Ghiarole,
paese di golena, quando il fango della piena
isola case e persone non ci si lamenta troppo
e si pone mano ai badili. La vita scorre al ritmo
di stagioni immutabili come l’insegna dell’albergo
“Don Camillo”, come le scaramucce all’osteria
tra chi legge l’Unità e chi va a messa da don
Cagna. Eppure qualcosa sta cambiando. Certo,
è tornata l’estate, e una famiglia di milanesi si è
stabilita in paese, e poi al teatrino di Brescello
cercano attori locali per una recita dell’Odissea.
Ma non è solo questo. È che le due sorelle
selvatiche, che stanno nella casa più isolata
lungo l’argine, sono cresciute: Nevia si è fatta
bella, morbida e svagata come una nuvola
nel cielo, e Alda, al contrario, misteriosa e fiera,
pedala così veloce che sembra appartenere
a un altro mondo. Né don Cagna, né la Nene,
né le suore dell’asilo o quel disgraziato
di Ermanno sanno che a cambiare tutto
questa volta non sarà la piena bensì Nazareno,
il pastore, e con lui un’anatra dalle meravigliose
piume blu, candide, dorate. Un’anatra sposa.
Questo romanzo è una storia di liberazione ma
al tempo stesso di resa alle leggi misteriose
della natura, che guidano alcune creature verso
un nido sicuro e altre verso la scoperta
di orizzonti più vasti. Marta Ceroni, nata
a Milano, da decenni vive negli Stati Uniti.
Ed è come se questa lontananza la aiutasse
a scegliere le parole per raccontare i suoi luoghi
nel modo più vivido: “Come un binocolo che
mostrava dettagli e movenze struggenti.
Una qual villania del destino faceva sì che si
potessero vedere le cose di sempre solo
al momento di andarsene”.