L'acqua del lago non è mai dolce
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate.
È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove
approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia,
donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un
marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, non scende
a compromessi, crede nel bene comune eppure vuole insegnare
alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità
di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire
ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri,
a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel
lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa
ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva
lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima.
Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà
e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una
scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo
baluardo contro i fantasmi che incombono.
Odore di alghe limacciose e sabbia densa, odore di piume bagnate.
È un antico cratere, ora pieno d’acqua: è il lago di Bracciano, dove
approda, in fuga dall’indifferenza di Roma, la famiglia di Antonia,
donna fiera fino alla testardaggine che da sola si occupa di un
marito disabile e di quattro figli. Antonia è onestissima, non scende
a compromessi, crede nel bene comune eppure vuole insegnare
alla sua unica figlia femmina a contare solo sulla propria capacità
di tenere alta la testa. E Gaia impara: a non lamentarsi, a salire
ogni giorno su un regionale per andare a scuola, a leggere libri,
a nascondere il telefonino in una scatola da scarpe, a tuffarsi nel
lago anche se le correnti tirano verso il fondo. Sembra che questa
ragazzina piena di lentiggini chini il capo: invece quando leva
lo sguardo i suoi occhi hanno una luce nerissima.
Giulia Caminito dà vita a un romanzo ancorato nella realtà
e insieme percorso da un’inquietudine radicale, che fa di una
scrittura essenziale e misurata, spigolosa e poetica l’ultimo
baluardo contro i fantasmi che incombono.