Ho sognato di vivere!
Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra
i documenti di famiglia, riportate alla luce
dal nipote Stefano De Mattia, le poesie
giovanili di Carmelo Bene ci offrono
l’occasione preziosa di incontrare di nuovo
un artista unico e indimenticabile.
Sono testimonianze di una voce che vibra
e canta l’adolescenza e la scoperta, pagine
di un diario intimo in cui amore, solitudine,
desiderio di fuga e d’indipendenza si
mescolano con il racconto del mondo
osservato e il paesaggio là fuori riverbera
e riflette quello interiore, evocando, come
scrive Filippo Timi nell’introduzione, “una
sconfinatezza selvaggia, una foresta di
costellazioni, nebulose e vie lattee,
un universo in continua espansione”.
Scritte tra il 1950 e il 1958, custodite tra
i documenti di famiglia, riportate alla luce
dal nipote Stefano De Mattia, le poesie
giovanili di Carmelo Bene ci offrono
l’occasione preziosa di incontrare di nuovo
un artista unico e indimenticabile.
Sono testimonianze di una voce che vibra
e canta l’adolescenza e la scoperta, pagine
di un diario intimo in cui amore, solitudine,
desiderio di fuga e d’indipendenza si
mescolano con il racconto del mondo
osservato e il paesaggio là fuori riverbera
e riflette quello interiore, evocando, come
scrive Filippo Timi nell’introduzione, “una
sconfinatezza selvaggia, una foresta di
costellazioni, nebulose e vie lattee,
un universo in continua espansione”.