Credere allo spirito selvaggio
Nel 2015, durante una missione antropologica tra
i vulcani gelati della Kamčatka, Nastassja Martin
viene attaccata da un orso che distrugge metà
del suo volto. Viva per miracolo, affronta mesi
di calvario, prima in balia della brutalità di un
piccolo ospedale russo, poi sul fronte opposto,
nella asettica freddezza delle strutture sanitarie
francesi “all’avanguardia”.
È grazie alla sua apertura mentale e alla sua
consapevolezza della complessità degli esseri
viventi che riesce a non impazzire, e anzi
a ripensare la catena di eventi che l’ha portata
di fronte alla belva: “Perché ci siamo scelti?
Che cosa ho davvero in comune con la creatura
selvaggia, e da quando?”
Spaziando tra psicoanalisi, sciamanesimo
e antropologia, Martin riflette sui confini in cui
chiudiamo la nostra identità, sul nostro futuro
in un pianeta sull’orlo della rovina, dove oltre
all’equilibrio tra specie viventi stiamo perdendo
antichi miti, spazi di libertà e vita selvaggia.
Nel 2015, durante una missione antropologica tra
i vulcani gelati della Kamčatka, Nastassja Martin
viene attaccata da un orso che distrugge metà
del suo volto. Viva per miracolo, affronta mesi
di calvario, prima in balia della brutalità di un
piccolo ospedale russo, poi sul fronte opposto,
nella asettica freddezza delle strutture sanitarie
francesi “all’avanguardia”.
È grazie alla sua apertura mentale e alla sua
consapevolezza della complessità degli esseri
viventi che riesce a non impazzire, e anzi
a ripensare la catena di eventi che l’ha portata
di fronte alla belva: “Perché ci siamo scelti?
Che cosa ho davvero in comune con la creatura
selvaggia, e da quando?”
Spaziando tra psicoanalisi, sciamanesimo
e antropologia, Martin riflette sui confini in cui
chiudiamo la nostra identità, sul nostro futuro
in un pianeta sull’orlo della rovina, dove oltre
all’equilibrio tra specie viventi stiamo perdendo
antichi miti, spazi di libertà e vita selvaggia.