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László Krasznahorkai, Premio Nobel 2025

László Krasznahorkai, Premio Nobel 2025

László Krasznahorkai ha vinto il premio Nobel 2025 “per la sua opera avvincente e visionaria che, nel mezzo del terrore apocalittico, riafferma il potere dell’arte”.

Punto fermo del nostro catalogo da anni, vi suggeriamo due libri da cui partire per scoprire la prosa complessa, magmatica e ipnotica di questo autore, entrambi tradotti da Dóra Várnai.

Il primo è Satantango, opera d’esordio e probabilmente capolavoro di Krasznahorkai. Ambientato in una campagna ungherese in rovina, durante il disfacimento del regime comunista, il romanzo narra l’inquietudine che si diffonde nella abbruttita comunità alla notizia che il carismatico Irimiás, scomparso da anni e dato per morto, è stato visto sulla strada che porta al villaggio. Quest'attesa diventa quasi messianica, l’incombere di qualcosa che li può liberare ma che avrà pesanti conseguenze sulle loro vite disperate. Si troveranno infatti a far fronte non solo alle astuzie di Irimiás, ma anche ai conflitti che li dividono. 
Fin da questo folgorante esordio il lettore viene assorbito dalla caratteristica prosa di Krasznahorkai, lenta, densa, fatta di periodi lunghissimi che rendono con maestria il disfacimento morale e fisico della comunità che ritraggono e che si risolvono in un’inquietante eterna circolarità di un tempo che non trascorre mai. La lunga attesa riflette così sia la suddivisione dei capitoli (numerati da 1 a 6 nella prima parte del libro, e da 6 a 1 e nella seconda) sia l’intreccio del romanzo stesso.

Il secondo libro che vi proponiamo è Avanti va il mondo, il più recente tra quelli presenti nel nostro catalogo e che a differenza del primo è una raccolta di racconti, e nel titolo sembra sconfessare le premesse di Satantango, dove il mondo raffigurato gira su se stesso ma non avanza certo. Eppure la riflessione sul tempo resta fondamentale anche nella forma scelta: per usare le parole dell’autore, “nel mio caso romanzo e racconto sono due forme molto diverse di prosa. Il romanzo traduce in realtà un mondo intero, mentre il racconto segue un’unica traccia, di solito con un unico protagonista al suo centro, in uno spazio circoscritto, in un arco di tempo circoscritto”. Attraverso queste storie – tutte raccontate da una sola voce narrante, ambientate in diverse parti del mondo e spesso incentrate su stanchi viaggiatori che partono ma non arrivano, che fuggono –, il lettore può farsi un’idea, in una forma più breve e condensata, e quindi forse più accessibile, della potenza linguistica di Krasznahorkai e della sua indagine di un universo che raramente capiamo e in cui raramente riusciamo a farci strada con chiarezza.

Buona lettura!

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László Krasznahorkai