Ora dimmi di te
“Matilda, mia cara,
ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni
dal mio novantaduesimo compleanno,
mentre tu hai quasi quattro anni e ancora
non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che
tu possa leggerla nel pieno della tua
giovinezza...”
Andrea Camilleri è stato lo straordinario
scrittore che conosciamo anche grazie
alla sua costante curiosità verso il mondo,
alla sua propensione a raccontare degli altri
e non di sé. Solo alla fine del suo percorso
ha voluto tracciare un bilancio della propria
vita e lo ha fatto rivolgendo alla pronipotina
Matilda parole limpide e commosse,
attraverso le quali scorre sotto i nostri occhi
il Novecento italiano con le sue grandi
passioni e contraddizioni.
Nel centenario della nascita del Maestro
torna in libreria questo testo nel quale
ritroviamo intatta la voce, la dirittura
morale, lo humour, la impareggiabile
vitalità intellettuale di un uomo che – come
scrive Antonio Franchini nel ricordo che
accompagna queste pagine – ha coltivato
“tutti i dubbi rifuggendo tutti i giudizi,
non ha mai fatto un passo indietro quando
si è trattato di credere in ciò che riteneva
giusto e non ha mai perso la fiducia
nell’umanità e nel futuro”.
“Matilda, mia cara,
ti scrivo questa lunga lettera a pochi giorni
dal mio novantaduesimo compleanno,
mentre tu hai quasi quattro anni e ancora
non sai cosa sia l’alfabeto. Spero che
tu possa leggerla nel pieno della tua
giovinezza...”
Andrea Camilleri è stato lo straordinario
scrittore che conosciamo anche grazie
alla sua costante curiosità verso il mondo,
alla sua propensione a raccontare degli altri
e non di sé. Solo alla fine del suo percorso
ha voluto tracciare un bilancio della propria
vita e lo ha fatto rivolgendo alla pronipotina
Matilda parole limpide e commosse,
attraverso le quali scorre sotto i nostri occhi
il Novecento italiano con le sue grandi
passioni e contraddizioni.
Nel centenario della nascita del Maestro
torna in libreria questo testo nel quale
ritroviamo intatta la voce, la dirittura
morale, lo humour, la impareggiabile
vitalità intellettuale di un uomo che – come
scrive Antonio Franchini nel ricordo che
accompagna queste pagine – ha coltivato
“tutti i dubbi rifuggendo tutti i giudizi,
non ha mai fatto un passo indietro quando
si è trattato di credere in ciò che riteneva
giusto e non ha mai perso la fiducia
nell’umanità e nel futuro”.