Malacqua
Dopo una notte di pioggia torrenziale,
all’alba grigia e funerea del 23 ottobre, arriva
una telefonata ad Annunziata Osvaldo,
centralinista della Questura di Napoli.
Una strada è crollata. E poi un palazzo in via
Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l’acqua
scorre, penetra, danneggia. Andreoli Carlo,
giornalista che si occupa dei misteriosi
accadimenti, si fa testimone degli effetti
di una diabolica pioggia che sembra non finire
mai. E intanto voci inquietanti risuonano
dal Maschio Angioino, l’enigma di tre bambole
assilla le autorità, sale l’acqua del mare
e le monetine da cinque lire cominciano
d’un tratto a suonare canzoni.
Un romanzo cupo e raffinato sulla bellezza
e l’enigma che da sempre ammantano la città di Napoli, un’opera diventata con il tempo
un clamoroso caso letterario del secondo
Novecento. La sua scomparsa dalle librerie
coincise con quella dell’autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese
un “Salinger napoletano”. Trascorse
con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino
di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito
in un isolamento volontario. Mentre la critica
si ricordava di Malacqua consacrandolo
come un capolavoro, i lettori più fortunati
si passavano in fotocopia quel testo ormai
introvabile.
Dopo una notte di pioggia torrenziale,
all’alba grigia e funerea del 23 ottobre, arriva
una telefonata ad Annunziata Osvaldo,
centralinista della Questura di Napoli.
Una strada è crollata. E poi un palazzo in via
Tasso. La città sembra liquefarsi mentre l’acqua
scorre, penetra, danneggia. Andreoli Carlo,
giornalista che si occupa dei misteriosi
accadimenti, si fa testimone degli effetti
di una diabolica pioggia che sembra non finire
mai. E intanto voci inquietanti risuonano
dal Maschio Angioino, l’enigma di tre bambole
assilla le autorità, sale l’acqua del mare
e le monetine da cinque lire cominciano
d’un tratto a suonare canzoni.
Un romanzo cupo e raffinato sulla bellezza
e l’enigma che da sempre ammantano la città di Napoli, un’opera diventata con il tempo
un clamoroso caso letterario del secondo
Novecento. La sua scomparsa dalle librerie
coincise con quella dell’autore dalla città e dal giornalismo, facendo di Nicola Pugliese
un “Salinger napoletano”. Trascorse
con ostinato riserbo gli ultimi anni nel paesino
di Avella in Bassa Irpinia, dove si era trasferito
in un isolamento volontario. Mentre la critica
si ricordava di Malacqua consacrandolo
come un capolavoro, i lettori più fortunati
si passavano in fotocopia quel testo ormai
introvabile.