Non ti innamorare degli amanti
“Quando si soffre non c’è tempo per stupirsi,
per riflettere. Quando si soffre si soffre e basta.”
E nulla sembra poterci salvare, nemmeno i libri:
lo sa bene Eva Marsili, che sta lavorando a una
nuova traduzione del Conte di Montecristo
ma è continuamente distratta dalla sua fame
d’amore, che la porta a cercare ciò che desidera
nelle persone sbagliate. Quando si soffre si
avrebbe bisogno di qualcuno che guidi, ascolti,
protegga... Forse è per questo che quando lo
incontra, una sera d’estate, nel parco di Villa
Sciarra, Eva non ha dubbi: è un Angelo, ed è lì
per lei. A differenza di tutti gli altri non vuole
nulla se non ascoltarla, appassionarsi alla sua
vita, esortarla a cercare, a volere di più.
Le dà solo un consiglio, che suona come
un ordine: non ti innamorare degli amanti.
E lei, ovviamente, non sa rispettarlo...
Perché Eva è una donna coraggiosa, disposta a
percorrere le tappe del cammino che dall’inferno
della dipendenza e della gelosia ci riporta alla
cura di noi stessi. È un cammino difficile, ma
l’Angelo ancora una volta le dà un consiglio
prezioso: leggere poesia. “La poesia non giudica
e concede spazio a tutti. La poesia si può
comprenderla solo dopo che le cose si sono
rotte. Prima no. Prima scivola. Ci vogliono
le crepe per farla entrare.”
In queste pagine Anna Dalton gioca con le
parole e con gli archetipi, scrive un apologo lieve
e affilato sul desiderio, sull’amore, sui nostri
corpi dei quali non possiamo fare a meno e sulle
nostre anime che nonostante tutto anelano
a qualcosa di più grande. E mette in scena un
Angelo che ha i tratti faustiani di un Lucifero
innamorato, capace di salvare dalle onde del
disamore la giovane donna che incontra perché
“ci sono delle cose che un Angelo fa e che non
sapevi si potessero fare. Le fa al tuo corpo
ma anche alla tua anima e scopri che, forse,
sono la stessa cosa.”
“Quando si soffre non c’è tempo per stupirsi,
per riflettere. Quando si soffre si soffre e basta.”
E nulla sembra poterci salvare, nemmeno i libri:
lo sa bene Eva Marsili, che sta lavorando a una
nuova traduzione del Conte di Montecristo
ma è continuamente distratta dalla sua fame
d’amore, che la porta a cercare ciò che desidera
nelle persone sbagliate. Quando si soffre si
avrebbe bisogno di qualcuno che guidi, ascolti,
protegga... Forse è per questo che quando lo
incontra, una sera d’estate, nel parco di Villa
Sciarra, Eva non ha dubbi: è un Angelo, ed è lì
per lei. A differenza di tutti gli altri non vuole
nulla se non ascoltarla, appassionarsi alla sua
vita, esortarla a cercare, a volere di più.
Le dà solo un consiglio, che suona come
un ordine: non ti innamorare degli amanti.
E lei, ovviamente, non sa rispettarlo...
Perché Eva è una donna coraggiosa, disposta a
percorrere le tappe del cammino che dall’inferno
della dipendenza e della gelosia ci riporta alla
cura di noi stessi. È un cammino difficile, ma
l’Angelo ancora una volta le dà un consiglio
prezioso: leggere poesia. “La poesia non giudica
e concede spazio a tutti. La poesia si può
comprenderla solo dopo che le cose si sono
rotte. Prima no. Prima scivola. Ci vogliono
le crepe per farla entrare.”
In queste pagine Anna Dalton gioca con le
parole e con gli archetipi, scrive un apologo lieve
e affilato sul desiderio, sull’amore, sui nostri
corpi dei quali non possiamo fare a meno e sulle
nostre anime che nonostante tutto anelano
a qualcosa di più grande. E mette in scena un
Angelo che ha i tratti faustiani di un Lucifero
innamorato, capace di salvare dalle onde del
disamore la giovane donna che incontra perché
“ci sono delle cose che un Angelo fa e che non
sapevi si potessero fare. Le fa al tuo corpo
ma anche alla tua anima e scopri che, forse,
sono la stessa cosa.”