Non è un paese per vecchie
“Onora la faccia del vecchio” è scritto nel Levitico. Mai come
oggi questa esortazione sembra fuori moda, anzi: parlare di
vecchiaia suscita ripugnanza. La stessa parola è pronunciata
di malavoglia. Eppure siamo tra i paesi del mondo con più anziani,
dove la gerontocrazia imperversa. Ma quanti sono i “vecchi”
che davvero hanno potere, soldi, ricchezza? Quanti, rispetto
all’esercito che è sotto la soglia di povertà? Non solo: all’interno
di un’emergenza anagrafica ne esiste un’altra, di genere: perché
le vecchie sono più povere dei vecchi, meno tollerate, più
discriminate, addirittura espulse. La senilità femminile non
gode neppure dei canonici attributi di saggezza ed esperienza.
Per questo alle donne è proibito invecchiare: devono, finché
è possibile, fingere di vedere nello specchio un’immagine
diversa da quella reale. Attingendo da un ampio bacino di dati,
statistiche e senza tralasciare il web, questo fortunato libro
pubblicato per la prima volta nel 2012 indaga e denuncia
un dramma della nostra cultura: l’idea malata della vecchiaia
come di un tempo inutile che ha nella morte il suo fine. E lo
fa con uno sguardo teso a comprendere, mai moraleggiante bensì
carico di pietas e di compartecipazione: perché mostrare la faccia
del vecchio è un atto di verità di cui la società ha bisogno.
“Onora la faccia del vecchio” è scritto nel Levitico. Mai come
oggi questa esortazione sembra fuori moda, anzi: parlare di
vecchiaia suscita ripugnanza. La stessa parola è pronunciata
di malavoglia. Eppure siamo tra i paesi del mondo con più anziani,
dove la gerontocrazia imperversa. Ma quanti sono i “vecchi”
che davvero hanno potere, soldi, ricchezza? Quanti, rispetto
all’esercito che è sotto la soglia di povertà? Non solo: all’interno
di un’emergenza anagrafica ne esiste un’altra, di genere: perché
le vecchie sono più povere dei vecchi, meno tollerate, più
discriminate, addirittura espulse. La senilità femminile non
gode neppure dei canonici attributi di saggezza ed esperienza.
Per questo alle donne è proibito invecchiare: devono, finché
è possibile, fingere di vedere nello specchio un’immagine
diversa da quella reale. Attingendo da un ampio bacino di dati,
statistiche e senza tralasciare il web, questo fortunato libro
pubblicato per la prima volta nel 2012 indaga e denuncia
un dramma della nostra cultura: l’idea malata della vecchiaia
come di un tempo inutile che ha nella morte il suo fine. E lo
fa con uno sguardo teso a comprendere, mai moraleggiante bensì
carico di pietas e di compartecipazione: perché mostrare la faccia
del vecchio è un atto di verità di cui la società ha bisogno.