Memorie di un rinnegato
A chi l’ha definito un rinnegato, Mughini
ha risposto con una vita ad altissimo tasso
d’indipendenza – “la più fiera che mi ritrovo” –
e lontana da qualsivoglia rigidità ideologica:
lui che ha vissuto per intero la stagione
dell’impegno intellettuale e militante a sinistra
ma che non ha mai avuto altra tessera se non
quella del trasporto pubblico romano; lui che ha
tratto il pane dal lavorare nei giornali ma che in
tutti i giornali in cui ha lavorato non si è
nemmeno tolto l’impermeabile, “come uno che
entra in una casa da cui sa che andrà via
subito”; lui che ha fatto la tv popolare però mai
in trent’anni si è arruffianato il gusto popolare
nella sua accezione televisivamente più piaciona
– “sarebbe stato un barare con me stesso,
me ne sarei vergognato”; e guai a chiamarlo
opinionista, lui che in tv si reputa solo un ospite,
che chiacchiera con altri ospiti sull’uno o
sull’altro tema della catastrofe del nostro tempo.
Senza rispettare la cronologia, com’è diritto
di chi scrive e rammemora, Giampiero Mughini
ci regala i ricordi di una vita e insieme
una narrazione unica dell’ultimo mezzo secolo
del nostro paese.
A chi l’ha definito un rinnegato, Mughini
ha risposto con una vita ad altissimo tasso
d’indipendenza – “la più fiera che mi ritrovo” –
e lontana da qualsivoglia rigidità ideologica:
lui che ha vissuto per intero la stagione
dell’impegno intellettuale e militante a sinistra
ma che non ha mai avuto altra tessera se non
quella del trasporto pubblico romano; lui che ha
tratto il pane dal lavorare nei giornali ma che in
tutti i giornali in cui ha lavorato non si è
nemmeno tolto l’impermeabile, “come uno che
entra in una casa da cui sa che andrà via
subito”; lui che ha fatto la tv popolare però mai
in trent’anni si è arruffianato il gusto popolare
nella sua accezione televisivamente più piaciona
– “sarebbe stato un barare con me stesso,
me ne sarei vergognato”; e guai a chiamarlo
opinionista, lui che in tv si reputa solo un ospite,
che chiacchiera con altri ospiti sull’uno o
sull’altro tema della catastrofe del nostro tempo.
Senza rispettare la cronologia, com’è diritto
di chi scrive e rammemora, Giampiero Mughini
ci regala i ricordi di una vita e insieme
una narrazione unica dell’ultimo mezzo secolo
del nostro paese.