L'idea fissa
“I demoni esistono,” diceva Dostoevskij, anche se il modo
di concepirli da parte di ciascuno di noi “può essere molto
diverso”. Lo conferma quel tipo particolare di formazione
psichica che nell’Ottocento la tradizione medica denomina
come “idea fissa”. Ma è in quel laboratorio privilegiato della
narrativa che nel corso dello stesso secolo un simile modello
immaginativo si articola secondo la più varia e complessa
fenomenologia. Partendo da alcuni luoghi cruciali dell’opera
di Balzac e Maupassant, soffermandosi poi su Poe e Melville
per arrivare a Henry James e Conrad, il saggio propone, in un
fitto dialogo con la psicoanalisi e l’estetica, una campionatura
di alcuni dei nodi figurali più significativi, e insieme più
incandescenti, attraverso i quali l’idea fissa prende corpo.
“I demoni esistono,” diceva Dostoevskij, anche se il modo
di concepirli da parte di ciascuno di noi “può essere molto
diverso”. Lo conferma quel tipo particolare di formazione
psichica che nell’Ottocento la tradizione medica denomina
come “idea fissa”. Ma è in quel laboratorio privilegiato della
narrativa che nel corso dello stesso secolo un simile modello
immaginativo si articola secondo la più varia e complessa
fenomenologia. Partendo da alcuni luoghi cruciali dell’opera
di Balzac e Maupassant, soffermandosi poi su Poe e Melville
per arrivare a Henry James e Conrad, il saggio propone, in un
fitto dialogo con la psicoanalisi e l’estetica, una campionatura
di alcuni dei nodi figurali più significativi, e insieme più
incandescenti, attraverso i quali l’idea fissa prende corpo.