L'ente e l'essenza
''L'ente e l'essenza'' è uno dei primi scritti di Tommaso d'Aquino, ma anche uno dei più noti e fortunati, come testimoniano sia l'ampia tradizione manoscritta e a stampa, sia i numerosi commenti medievali e rinascimentali. Composto a Parigi tra il 1252 e il 1256, quando Tommaso non era ancora maestro, l'opuscolo verte essenzialmente sul rapporto tra l'ordine metafisico e quello logico, proseguendo e approfondendo la problematica tracciata da Porfirio nell'''Isagoge''. Tuttavia, affronta anche una serie di questioni centrali nel pensiero tomista: il principio di individuazione, il problema degli universali, il rifiuto dell'ilemorfismo universale, l'indefinibilità formale di Dio.
''L'ente e l'essenza'' rappresenta, così, un punto d'accesso privilegiato al lessico filosofico di Tommaso d'Aquino e dell'intera sua epoca.
Quest'edizione è curata da Pasquale Porro, professore di Storia della filosofia medievale all'Università di Bari. Il commento al testo è articolato su due livelli, in modo da offrire da una parte un approccio semplice e immediato al testo (''introduzione'', ''parole chiave''), e dall'altra uno strumento di consultazione anche per gli specialisti (''note all'introduzione'', ''note alla traduzione''), con un'attenzione costante alle differenti interpretazioni storico-critiche dei singoli punti problematici dell'opuscolo.
L'ampia ''bibliografia'' raccoglie, oltre alle notizie sulle edizioni e sulle traduzioni del ''De ente et essentia'', i contributi più significativi sui temi discussi nell'opera. Completano il volume due appendici, la prima delle quali è dedicata al commento di Tommaso de Vio (il Gaetano) al ''De ente et essentia'', mentre la seconda offre una ricostruzione d'insieme della questione storiografica, tradizionalmente molto controversa, inerente alla distinzione di essere e essenza. Il testo latino a fronte riproduce l'edizione critica inclusa nel tomo 43 della Leonina (Roma, 1976).
''L'ente e l'essenza'' è uno dei primi scritti di Tommaso d'Aquino, ma anche uno dei più noti e fortunati, come testimoniano sia l'ampia tradizione manoscritta e a stampa, sia i numerosi commenti medievali e rinascimentali. Composto a Parigi tra il 1252 e il 1256, quando Tommaso non era ancora maestro, l'opuscolo verte essenzialmente sul rapporto tra l'ordine metafisico e quello logico, proseguendo e approfondendo la problematica tracciata da Porfirio nell'''Isagoge''. Tuttavia, affronta anche una serie di questioni centrali nel pensiero tomista: il principio di individuazione, il problema degli universali, il rifiuto dell'ilemorfismo universale, l'indefinibilità formale di Dio.
''L'ente e l'essenza'' rappresenta, così, un punto d'accesso privilegiato al lessico filosofico di Tommaso d'Aquino e dell'intera sua epoca.
Quest'edizione è curata da Pasquale Porro, professore di Storia della filosofia medievale all'Università di Bari. Il commento al testo è articolato su due livelli, in modo da offrire da una parte un approccio semplice e immediato al testo (''introduzione'', ''parole chiave''), e dall'altra uno strumento di consultazione anche per gli specialisti (''note all'introduzione'', ''note alla traduzione''), con un'attenzione costante alle differenti interpretazioni storico-critiche dei singoli punti problematici dell'opuscolo.
L'ampia ''bibliografia'' raccoglie, oltre alle notizie sulle edizioni e sulle traduzioni del ''De ente et essentia'', i contributi più significativi sui temi discussi nell'opera. Completano il volume due appendici, la prima delle quali è dedicata al commento di Tommaso de Vio (il Gaetano) al ''De ente et essentia'', mentre la seconda offre una ricostruzione d'insieme della questione storiografica, tradizionalmente molto controversa, inerente alla distinzione di essere e essenza. Il testo latino a fronte riproduce l'edizione critica inclusa nel tomo 43 della Leonina (Roma, 1976).