La fattoria degli animali
In una fattoria padronale vicino a Willingdon,
in Inghilterra, gli animali da cortile decidono
di ribellarsi alla loro condizione di sfruttamento.
Sobillati da tre maiali leader, il vecchio Maggiore,
Palla-di-Neve e Napoleone, cacciano il fattore,
il signor Jones, e prendono il comando. “La fattoria
degli animali”, come viene rinominata la loro casa,
è ripensata a vantaggio di chi possiede quattro
zampe, e la lotta contro gli umani, “le uniche
creature che consumano senza produrre”,
è un trionfo animato da ideali di uguaglianza
e giustizia. Ma in questa favola per adulti non
c’è un lieto fine. I valori di equità che hanno
animato la rivolta si fanno più flebili e vengono
stravolti a vantaggio di pochi. George Orwell, uno
degli scrittori e intellettuali più ispirati dal libero
pensiero del novecento, ci regala un capolavoro
di satira in questo romanzo sulla forza corruttiva
del potere. Un libro da rileggere in nuova
traduzione per apprezzare la tagliente ironia
dell’autore nei confronti della Russia dell’epoca
ma anche il monito rivolto a tutti noi: anche
i migliori propositi politici possono sfociare
in un regime di cupidigia e ingiustizia.
In una fattoria padronale vicino a Willingdon,
in Inghilterra, gli animali da cortile decidono
di ribellarsi alla loro condizione di sfruttamento.
Sobillati da tre maiali leader, il vecchio Maggiore,
Palla-di-Neve e Napoleone, cacciano il fattore,
il signor Jones, e prendono il comando. “La fattoria
degli animali”, come viene rinominata la loro casa,
è ripensata a vantaggio di chi possiede quattro
zampe, e la lotta contro gli umani, “le uniche
creature che consumano senza produrre”,
è un trionfo animato da ideali di uguaglianza
e giustizia. Ma in questa favola per adulti non
c’è un lieto fine. I valori di equità che hanno
animato la rivolta si fanno più flebili e vengono
stravolti a vantaggio di pochi. George Orwell, uno
degli scrittori e intellettuali più ispirati dal libero
pensiero del novecento, ci regala un capolavoro
di satira in questo romanzo sulla forza corruttiva
del potere. Un libro da rileggere in nuova
traduzione per apprezzare la tagliente ironia
dell’autore nei confronti della Russia dell’epoca
ma anche il monito rivolto a tutti noi: anche
i migliori propositi politici possono sfociare
in un regime di cupidigia e ingiustizia.