La famiglia Karnovski
Pubblicato per la prima volta in yiddish nel 1943
negli Stati Uniti, un anno prima della morte
dell’autore, e tradotto in inglese solo nel 1969, La
famiglia Karnovski è il racconto dell’epopea di tre
generazioni di una famiglia ebraica che dalla
Galizia polacca di inizio Novecento, attraverso
la Repubblica di Weimar, sbarca a New York
in seguito all’ascesa di Hitler in Germania.
Il lettore segue così le vicende del capostipite,
David, uomo illuminato e colto che abbandona
lo shtetl in cui la sua famiglia ha sempre vissuto
per trasferirsi nella Berlino capitale dell’Impero
tedesco; di suo figlio Georg Moses, chiamato con
un nome da gentile e uno da ebreo per la volontà
del padre di sottolinearne la duplice identità,
il quale passerà dalle trincee della prima guerra
mondiale a una carriera medica di successo
e al matrimonio con una tedesca; e per finire del
nipote Jegor, affascinato dall’ideologia antisemita
del partito nazista e incapace di scendere a patti
con le proprie origini. Considerato uno dei più
grandi romanzi in lingua yiddish del ventesimo
secolo, il libro ebbe un successo immenso al
momento della sua uscita. Bompiani lo propone
nella traduzione di Elena Loewenthal.
Pubblicato per la prima volta in yiddish nel 1943
negli Stati Uniti, un anno prima della morte
dell’autore, e tradotto in inglese solo nel 1969, La
famiglia Karnovski è il racconto dell’epopea di tre
generazioni di una famiglia ebraica che dalla
Galizia polacca di inizio Novecento, attraverso
la Repubblica di Weimar, sbarca a New York
in seguito all’ascesa di Hitler in Germania.
Il lettore segue così le vicende del capostipite,
David, uomo illuminato e colto che abbandona
lo shtetl in cui la sua famiglia ha sempre vissuto
per trasferirsi nella Berlino capitale dell’Impero
tedesco; di suo figlio Georg Moses, chiamato con
un nome da gentile e uno da ebreo per la volontà
del padre di sottolinearne la duplice identità,
il quale passerà dalle trincee della prima guerra
mondiale a una carriera medica di successo
e al matrimonio con una tedesca; e per finire del
nipote Jegor, affascinato dall’ideologia antisemita
del partito nazista e incapace di scendere a patti
con le proprie origini. Considerato uno dei più
grandi romanzi in lingua yiddish del ventesimo
secolo, il libro ebbe un successo immenso al
momento della sua uscita. Bompiani lo propone
nella traduzione di Elena Loewenthal.