Intelligenza artificiale
Una sera d’autunno del 1998, nell’Aula
Magna dell’Università degli Studi
di Milano, Carlo Maria Martini presentava
con trepidazione il tema della decima
Cattedra dei non credenti, dal titolo
“Orizzonti e limiti della scienza”. Martini
esprimeva il desiderio di ascoltare da persone
coinvolte in vario modo nell’impresa
scientifica come vivessero le frontiere
della loro conoscenza. Cercava
una riflessione che si collocasse sull’orlo
della scienza, una testimonianza
sul conoscere al limite del non conoscere
e sul credere al limite del non credere.
La nuova edizione della Martini Lecture
Bicocca vuole raccogliere l’eco di quella
trepidazione. Luciano Floridi,
una delle voci più autorevoli della filosofia
contemporanea, e Federico Cabitza,
tra i maggiori esperti di intelligenza
artificiale, ci aiutano a scrutare
un orizzonte che sembra sconfinato,
ma davanti al quale ci si sente smarriti.
Mentre si celebrano le “magnifiche sorti
e progressive” dell’intelligenza artificiale
una domanda si fa pressante: concorrerà
alla costruzione di una nuova umanità
o a un ecosistema nel quale l’uomo sarà
ai margini?
Una sera d’autunno del 1998, nell’Aula
Magna dell’Università degli Studi
di Milano, Carlo Maria Martini presentava
con trepidazione il tema della decima
Cattedra dei non credenti, dal titolo
“Orizzonti e limiti della scienza”. Martini
esprimeva il desiderio di ascoltare da persone
coinvolte in vario modo nell’impresa
scientifica come vivessero le frontiere
della loro conoscenza. Cercava
una riflessione che si collocasse sull’orlo
della scienza, una testimonianza
sul conoscere al limite del non conoscere
e sul credere al limite del non credere.
La nuova edizione della Martini Lecture
Bicocca vuole raccogliere l’eco di quella
trepidazione. Luciano Floridi,
una delle voci più autorevoli della filosofia
contemporanea, e Federico Cabitza,
tra i maggiori esperti di intelligenza
artificiale, ci aiutano a scrutare
un orizzonte che sembra sconfinato,
ma davanti al quale ci si sente smarriti.
Mentre si celebrano le “magnifiche sorti
e progressive” dell’intelligenza artificiale
una domanda si fa pressante: concorrerà
alla costruzione di una nuova umanità
o a un ecosistema nel quale l’uomo sarà
ai margini?