Il mio giardino selvatico
Meir Shalev scrive del suo giardino nella valle
di Jezreel, dove ha nutrito alberi e piante
selvatici, sparso semi e bulbi di ciclamino,
anemone, narciso, croco, papavero e molti
altri fiori di campo, e dove conversa con i veri
proprietari del luogo: uccelli, ricci, farfalle,
cinghiali, serpenti e altri amici. Nessuno di loro
sa di vivere in Terra Santa, luogo sacro alle tre
religioni che si sono combattute per centinaia
di anni. Con amore e umorismo Shalev racconta
dei colori, delle fragranze e dei suoni che danno
vita al suo giardino, delle stagioni mutevoli
e dei tempi che cambiano, dei suoi pensieri
su germinazione, essiccazione, piantagione,
fioritura e diserbo. Questo libro non è però
un manuale di botanica o di giardinaggio.
È una raccolta di impressioni su un modesto
giardino selvatico e su un giardiniere che se ne
occupa perché da uomo maturo si è trovato
un nuovo passatempo, e forse anche un nuovo
amore.
Meir Shalev scrive del suo giardino nella valle
di Jezreel, dove ha nutrito alberi e piante
selvatici, sparso semi e bulbi di ciclamino,
anemone, narciso, croco, papavero e molti
altri fiori di campo, e dove conversa con i veri
proprietari del luogo: uccelli, ricci, farfalle,
cinghiali, serpenti e altri amici. Nessuno di loro
sa di vivere in Terra Santa, luogo sacro alle tre
religioni che si sono combattute per centinaia
di anni. Con amore e umorismo Shalev racconta
dei colori, delle fragranze e dei suoni che danno
vita al suo giardino, delle stagioni mutevoli
e dei tempi che cambiano, dei suoi pensieri
su germinazione, essiccazione, piantagione,
fioritura e diserbo. Questo libro non è però
un manuale di botanica o di giardinaggio.
È una raccolta di impressioni su un modesto
giardino selvatico e su un giardiniere che se ne
occupa perché da uomo maturo si è trovato
un nuovo passatempo, e forse anche un nuovo
amore.