Due settimane in un'altra città
Due settimane in un’altra città, quarto romanzo
di Irwin Shaw, pubblicato nel 1960, narra
la dolce vita di un regista in declino e di un attore
in disarmo. Arrivando da Parigi a Roma, Jack
Andrus, già celebre interprete cinematografico e
ora funzionario della NATO, è accolto sulla porta
dell’albergo con un pugno in faccia. E questo
non è che un drammatico preavviso. Queste due
settimane in un’altra città, esposte al calore di
una società esplosiva, equivarranno per il
protagonista a tutto il tempo di una vita e Roma
lo metterà in crisi forse per sempre. Mentre un
petroliere americano sperpera milioni nel
cinema pur di sottrarli al fisco, mentre Robert
Bresach, un giovane attore in ascesa, minaccia
i rivali col coltello e li innaffia di champagne,
Andrus vive la sua tumultuosa vacanza nello
sfolgorante ma strambo mondo del cinema
italiano anni cinquanta.
Ancora una volta l’arte di Irwin Shaw risiede
non tanto nei fatti raccontati, per quanto
fortemente evocativi di un momento irripetibile
del costume italiano, bensì nell’atmosfera,
nei personaggi inquieti e complessi con cui
il lettore entra in immediata sintonia.
Due settimane in un’altra città, quarto romanzo
di Irwin Shaw, pubblicato nel 1960, narra
la dolce vita di un regista in declino e di un attore
in disarmo. Arrivando da Parigi a Roma, Jack
Andrus, già celebre interprete cinematografico e
ora funzionario della NATO, è accolto sulla porta
dell’albergo con un pugno in faccia. E questo
non è che un drammatico preavviso. Queste due
settimane in un’altra città, esposte al calore di
una società esplosiva, equivarranno per il
protagonista a tutto il tempo di una vita e Roma
lo metterà in crisi forse per sempre. Mentre un
petroliere americano sperpera milioni nel
cinema pur di sottrarli al fisco, mentre Robert
Bresach, un giovane attore in ascesa, minaccia
i rivali col coltello e li innaffia di champagne,
Andrus vive la sua tumultuosa vacanza nello
sfolgorante ma strambo mondo del cinema
italiano anni cinquanta.
Ancora una volta l’arte di Irwin Shaw risiede
non tanto nei fatti raccontati, per quanto
fortemente evocativi di un momento irripetibile
del costume italiano, bensì nell’atmosfera,
nei personaggi inquieti e complessi con cui
il lettore entra in immediata sintonia.