Diario veneziano
La forza segreta di questo libro, che si colloca in un preciso genere letterario detto biji (letteratura in forma di appunto) divenuto popolare in Cina a partire dal periodo Sei Dinastie (265-589), consiste nella svagatezza e concisione quasi algebrica dello stile. Venezia, dove Acheng ha vissuto per due mesi nel 1992, appare e scompare nel corso del Diario come quei disegnini lievi sui vetri appannati dal vapore che mutano forma e diventano all'improvviso un'altra cosa. Eppure questo tessuto aereo di immagini è sorretto da un'intelaiatura robustissima di idee che formano una trama coerente che avvincerà e sedurrà il lettore più esigente.
La forza segreta di questo libro, che si colloca in un preciso genere letterario detto biji (letteratura in forma di appunto) divenuto popolare in Cina a partire dal periodo Sei Dinastie (265-589), consiste nella svagatezza e concisione quasi algebrica dello stile. Venezia, dove Acheng ha vissuto per due mesi nel 1992, appare e scompare nel corso del Diario come quei disegnini lievi sui vetri appannati dal vapore che mutano forma e diventano all'improvviso un'altra cosa. Eppure questo tessuto aereo di immagini è sorretto da un'intelaiatura robustissima di idee che formano una trama coerente che avvincerà e sedurrà il lettore più esigente.