Diari. Volume II (1920-1924)
Questo secondo volume dei cinque che
compongono i Diari di Virginia Woolf – e che
copre il tempo dall’inizio del 1920 alla fine
del 1924 – dà conto di molti eventi-chiave nella
vita della scrittrice: con il successo controverso
della Stanza di Jacob e il lavoro su The Hours,
che diventerà Mrs Dalloway, Woolf trova la sua
voce; la casa editrice fondata con il marito
Leonard, la Hogarth Press, passa da attività
amatoriale a vera impresa, con le luci e le ombre
che questo comporta, e la presenza assidua
di T.S. Eliot tra i collaboratori; Virginia affronta
la morte dell’amica-rivale Katherine Mansfield
e conosce Vita Sackville-West, “quella cara
aristocratica ottusa & passionale, quella specie di
granatiere”; infine, dopo un periodo a Richmond,
sceglie di far ritorno a Londra, “diaspro di
giocondità”, proprio nel cuore di Bloomsbury:
la sua vita affettiva e quotidiana torna perciò
a coincidere con quella della città amatissima.
E mentre succede tutto questo, Virginia Woolf
scrive il suo Diario, che è il cangiante romanzo
della vita di tutti i giorni, con le occasioni
mondane e i momenti di misantropia, gli assalti
dei dubbi e gli accessi di presunzione,
l’inclinazione al gioco come alla serietà,
le cattiverie e gli slanci di generosità.
Questo secondo volume dei cinque che
compongono i Diari di Virginia Woolf – e che
copre il tempo dall’inizio del 1920 alla fine
del 1924 – dà conto di molti eventi-chiave nella
vita della scrittrice: con il successo controverso
della Stanza di Jacob e il lavoro su The Hours,
che diventerà Mrs Dalloway, Woolf trova la sua
voce; la casa editrice fondata con il marito
Leonard, la Hogarth Press, passa da attività
amatoriale a vera impresa, con le luci e le ombre
che questo comporta, e la presenza assidua
di T.S. Eliot tra i collaboratori; Virginia affronta
la morte dell’amica-rivale Katherine Mansfield
e conosce Vita Sackville-West, “quella cara
aristocratica ottusa & passionale, quella specie di
granatiere”; infine, dopo un periodo a Richmond,
sceglie di far ritorno a Londra, “diaspro di
giocondità”, proprio nel cuore di Bloomsbury:
la sua vita affettiva e quotidiana torna perciò
a coincidere con quella della città amatissima.
E mentre succede tutto questo, Virginia Woolf
scrive il suo Diario, che è il cangiante romanzo
della vita di tutti i giorni, con le occasioni
mondane e i momenti di misantropia, gli assalti
dei dubbi e gli accessi di presunzione,
l’inclinazione al gioco come alla serietà,
le cattiverie e gli slanci di generosità.