Caro Bompiani. Lettere con l'editore
"Le migliaia di lettere conservate nell'archivio della Casa Editrice Bompiani hanno il sapore e il valore di una documentazione ricca e unica, che permette di ripercorrere oltre mezzo secolo di storia della letteratura e della cultura italiana. Certo molto materiale è andato perduto, ma quello salvatosi sarebbe sufficiente a scrivere più di una storia; della Casa Editrice e delle sue iniziative storiche; del lavoro editoriale; della condizione degli intellettuali; della personalità di tanti scrittori noti e meno noti, che sono transitati attraverso le sue edizioni, stabilendo rapporti di lavoro e di amicizia con Valentino Bompiani. La vicenda ripercorsa in queste lettere è fortemente segnata e scandita dalla personalità dell'editore protagonista, capace d'infondere negli interlocutori una profonda fiducia umana, prima ancora che intellettuale e culturale. Così scriveva Bompiani a Vitaliano Brancati, all'indomani delle distruzioni operate dalla guerra: "Io ho un'infinità di lavori in corso, nuove imprese e libri bellissimi. Non è un fatto soltanto editoriale. Si tratta di ridare un primo volto a un paese che, per tre quarti almeno, deve ancora oggi nasconderlo. Naturalmente conto su di voi, sul vostro impegno totale". In questa continuità c'è il senso profondo di un'esperienza che ha, sin dall'inizio, verificato i valori del passato sulla vitalità, densa di prospettive, del presente." (dall'introduzione di Giuseppe Zaccaria)
"Le migliaia di lettere conservate nell'archivio della Casa Editrice Bompiani hanno il sapore e il valore di una documentazione ricca e unica, che permette di ripercorrere oltre mezzo secolo di storia della letteratura e della cultura italiana. Certo molto materiale è andato perduto, ma quello salvatosi sarebbe sufficiente a scrivere più di una storia; della Casa Editrice e delle sue iniziative storiche; del lavoro editoriale; della condizione degli intellettuali; della personalità di tanti scrittori noti e meno noti, che sono transitati attraverso le sue edizioni, stabilendo rapporti di lavoro e di amicizia con Valentino Bompiani. La vicenda ripercorsa in queste lettere è fortemente segnata e scandita dalla personalità dell'editore protagonista, capace d'infondere negli interlocutori una profonda fiducia umana, prima ancora che intellettuale e culturale. Così scriveva Bompiani a Vitaliano Brancati, all'indomani delle distruzioni operate dalla guerra: "Io ho un'infinità di lavori in corso, nuove imprese e libri bellissimi. Non è un fatto soltanto editoriale. Si tratta di ridare un primo volto a un paese che, per tre quarti almeno, deve ancora oggi nasconderlo. Naturalmente conto su di voi, sul vostro impegno totale". In questa continuità c'è il senso profondo di un'esperienza che ha, sin dall'inizio, verificato i valori del passato sulla vitalità, densa di prospettive, del presente." (dall'introduzione di Giuseppe Zaccaria)