Canti di pianto e d'amore dall'antico Salento
Sono poche ormai le aree della Puglia dove il ''grico'', antica lingua greca, arcaica o bizantina secondo le teorie, ancora resiste benché insidiato dai dialetti romanzi circostanti. Tra queste, l'area otrantina nel Salento: le prefiche sino agli anni '70 recitavano in grico mirabili nenie funebri, i rèputi, testi orali che hanno attraversato i secoli col lamento di generazioni lontane, salvandoci un significato antico e desolato dell'oltretomba, quasi una Nekya omerica. Un mirabile incontro di idee sacre, pagane e cristiane, dove l'anima prega la Madonna perché la liberi dal traghettatore Caronte.
Brizio Montinaro, ha raccolto direttamente dalla voce delle prefiche tale tesoro orale salvandolo dalla distruzione. Il panorama lirico e storico muta con i canti d'amore, anch'essi legati ad antiche tradizioni e ad antiche malinconie: sono la morte e l'amore le due forze che rendono poeti i contadini e gli artigiani del Salento.
Sono poche ormai le aree della Puglia dove il ''grico'', antica lingua greca, arcaica o bizantina secondo le teorie, ancora resiste benché insidiato dai dialetti romanzi circostanti. Tra queste, l'area otrantina nel Salento: le prefiche sino agli anni '70 recitavano in grico mirabili nenie funebri, i rèputi, testi orali che hanno attraversato i secoli col lamento di generazioni lontane, salvandoci un significato antico e desolato dell'oltretomba, quasi una Nekya omerica. Un mirabile incontro di idee sacre, pagane e cristiane, dove l'anima prega la Madonna perché la liberi dal traghettatore Caronte.
Brizio Montinaro, ha raccolto direttamente dalla voce delle prefiche tale tesoro orale salvandolo dalla distruzione. Il panorama lirico e storico muta con i canti d'amore, anch'essi legati ad antiche tradizioni e ad antiche malinconie: sono la morte e l'amore le due forze che rendono poeti i contadini e gli artigiani del Salento.