Canti della gratitudine
Fin dalle prime righe, questo libro ci invita
a un gesto semplice e prezioso: fare buon uso
delle parole.
Le parole che pronunciamo, scriviamo, leggiamo
ogni giorno sono una moltitudine, ma troppo
spesso attraversano le nostre vite senza lasciare
traccia. Franco Arminio allora si inoltra nel
silenzio – quello dei paesi delle aree interne
svuotati dall’emigrazione, quello delle notti in
cui siamo soli di fronte alla nostra ossessione –
e, come un rabdomante, cerca la vena in cui
ancora scorrono parole dense di significato
e di luce. I suoi versi si offrono a tutti come
occasione per aprire il cuore alla meraviglia
e alla fratellanza, cantano l’importanza
di prestare attenzione al minuscolo per sentirci
parte dell’immenso.
Il fardello della famiglia in cui siamo nati,
la fatica di amare e lasciarsi amare, l’angoscioso
orizzonte della morte che sembra chiudersi
davanti a ogni pensiero – tutto viene riscattato
dal potere della gratitudine, che illumina
i doni nascosti in ogni singolo giorno. A queste
pagine Arminio consegna il frutto di anni di
ascolto di se stesso e del mondo, la summa di ciò
che ha imparato nel suo cammino attraverso città
e paesi: la parola poetica dispiega la sua forza
trasformativa, da esperienza intima si fa
comunitaria e ci chiede di essere pronunciata
come sfida all’indifferenza, come forma
di resistenza, come il più salvifico dei contagi.
Fin dalle prime righe, questo libro ci invita
a un gesto semplice e prezioso: fare buon uso
delle parole.
Le parole che pronunciamo, scriviamo, leggiamo
ogni giorno sono una moltitudine, ma troppo
spesso attraversano le nostre vite senza lasciare
traccia. Franco Arminio allora si inoltra nel
silenzio – quello dei paesi delle aree interne
svuotati dall’emigrazione, quello delle notti in
cui siamo soli di fronte alla nostra ossessione –
e, come un rabdomante, cerca la vena in cui
ancora scorrono parole dense di significato
e di luce. I suoi versi si offrono a tutti come
occasione per aprire il cuore alla meraviglia
e alla fratellanza, cantano l’importanza
di prestare attenzione al minuscolo per sentirci
parte dell’immenso.
Il fardello della famiglia in cui siamo nati,
la fatica di amare e lasciarsi amare, l’angoscioso
orizzonte della morte che sembra chiudersi
davanti a ogni pensiero – tutto viene riscattato
dal potere della gratitudine, che illumina
i doni nascosti in ogni singolo giorno. A queste
pagine Arminio consegna il frutto di anni di
ascolto di se stesso e del mondo, la summa di ciò
che ha imparato nel suo cammino attraverso città
e paesi: la parola poetica dispiega la sua forza
trasformativa, da esperienza intima si fa
comunitaria e ci chiede di essere pronunciata
come sfida all’indifferenza, come forma
di resistenza, come il più salvifico dei contagi.