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Freschi di stampa. Le novità Bompiani a novembre 2023

Freschi di stampa. Le novità Bompiani a novembre 2023

Tutto, ma proprio tutto quello che porteremo in libreria a novembre: uno sguardo in anteprima alle nostre proposte. Ti sei perso qualcosa? Leggi cosa è successo i mesi scorsi.

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Ben tornati, lettori, al racconto in anteprima delle novità Bompiani sugli scaffali nel mese di novembre.

Antonio Scurati

Cominciamo il racconto delle novità in uscita a novembre con il nuovo libro di Antonio ScuratiFascismo e populismo, nella collana PasSaggi. L'autore in queste pagine sostiene la tesi secondo cui l’allarme per un ipotetico ritorno del fascismo guarda nella direzione sbagliata. L’attenzione degli allarmati democratici si concentra sui segnali più vistosi – gesti identitari, violenze fisiche, manifestazioni di odio razziale –, fenomeni esecrabili, ma appunto perché plateali forse meno pericolosi rispetto a quelli meno immediatamente evidenti: i movimenti politici che, pur ripudiando il ricorso alla violenza agita sul piano fisico (ma non su quello verbale) e pur muovendosi all’interno delle regole del gioco democratico, manifestano chiari caratteri ereditari del fascismo novecentesco. Sono quei partiti – spesso difficilmente riconducibili alle categorie di destra e sinistra – che vengono convenzionalmente definiti come populisti o sovranisti. Mentre i nostalgici dichiarati del nazifascismo non sono che un fenomeno di nicchia, i populisti europei e americani discendono, consapevolmente o inconsapevolmente, non dal Mussolini fondatore del partito fascista ma dal Mussolini che per primo intuisce i meccanismi della seduzione politica nella società di massa. Dopo anni dedicati a un corpo a corpo storico e letterario con i protagonisti del fascismo novecentesco, Scurati si solleva sopra quella materia bruciante e in queste pagine ne individua con limpida precisione le leggi e le eterne insidie, consegnandoci un testo fondamentale per affrontare l’epoca inquieta che stiamo attraversando.

Gino Paoli

Se c'è qualcuno che ha attraversato le stagioni più straordinarie della canzone italiana da protagonista eppure in modo sempre un po’ sghembo, ironico, forse disilluso, questo è sicuramente Gino Paoli. La sua storia corre insieme a quella del nostro paese, risorto dalle ceneri della dittatura e della guerra per dare avvio a un’epoca di inesauribile creatività, dove un giovane uomo di genio e sregolatezza alterna enormi successi a momenti di crisi, ma tutte le volte che cade si rialza più fiero di prima. Paoli scrive canzoni indimenticabili, ama donne baciate dal talento e dalla bellezza, guida auto troppo veloci, dipinge, esplora le profondità marine, mette al mondo quattro figli, assiste alla morte di amici carissimi e la sfiora lui stesso, come quando, nel 1963, si spara: ma la pallottola si ferma nel pericardio, dove sta ancora anche se “non rompe più le scatole facendo suonare il metal detector, deve essersi arrugginita”. In Cosa farò da grande. I miei primi 90 anni, vera e propria passeggiata sul tetto dei ricordi – dalle bombe americane su Genova all’esordio per l’etichetta discografica del mitico Nanni Ricordi, dal Cantagiro a Sanremo, da Luigi Tenco a Ornella Vanoni, da Stefania Sandrelli a Fabrizio De André, dalla gatta Ciacola agli amati cani che oggi tengono compagnia a lui e alla moglie –, Paoli si racconta all’amico Daniele Bresciani con schiettezza. 

Vittorio Emanuele Parsi

“Perché è opportuna adesso una nuova riflessione sulla Patria?” si chiede in apertura di questo pamphlet, Madre patria. Un'idea per una nazione di orfaniVittorio Emanuele Parsi. La risposta, dice, la abbiamo sotto gli occhi nel dibattito politico italiano, in cui il termine Patria finisce spesso per essere impiegato nell’accezione opposta al suo originario significato: non per unire, ma per dividere. Ma ancor di più nello scenario internazionale, dove invece vediamo come l’idea di Patria – lungi dall’essere un concetto polveroso e ambiguo – possa rappresentare un formidabile moltiplicatore di energie, abnegazione e spirito di sacrificio, in grado di creare quel senso di identità che è il solo punto di partenza possibile per aprirsi agli altri senza paura di esserne invasi e snaturati. Che si parli dei nazionalismi, dei flussi migratori o di altre istanze che modificano la situazione geopolitica mondiale, non si può eludere dunque la riflessione sul sentimento patrio. Parsi scava nel nostro passato, dal Risorgimento alla “morte della Patria fascista” fino a Tangentopoli e al presente, in cui le parole dell’inno nazionale diventano il nome di uno dei partiti rappresentati in Parlamento. E ci propone una rivoluzione copernicana nel nostro modo di concepire la Patria o meglio la Madre Patria, per ripartire dalla sua natura inclusiva, amorevole e protettiva. La guerra in Ucraina continua a mostrarci nel modo più evidente le due opposte declinazioni dell’idea di Patria; la globalizzazione e la nostra appartenenza europea ci chiedono di prendere parte a un processo decisivo con consapevolezza delle nostre radici e identità; il legame sfilacciato tra noi le nostre istituzioni ha bisogno di nuova linfa per superare le sfide economiche, culturali e politiche del XXI secolo.

I classici della letteratura europea

Terminiamo questo elenco breve ma ricco con il nuovo titolo della collana dei Classici della letteratura europea, Le canzoni di gesta dei vassalli ribelli. Raccolta in questo volume sono le opere di anonimi e fantasiosi copisti-autori: dal Girart de Roussillon, della metà del XII secolo, al Raoul de Cambrai, Renaut de Montauban e La Chevalerie Ogier intorno al 1200, fino alla canzone di Huon de Bordeaux del 1260 circa. Queste pagine permettono di cogliere come fenomeno unitario, grazie all'ampia raccolta di testi tradotti per la prima volta in italiano, una delle manifestazioni più suggestive della letteratura francese medioevale. Caratterizzati da una sorprendente polifonia, in queste canzoni si ritrovano tonalità eroiche e guerresce, drammatiche e sentimentali, realistiche o aperte alle imprese della magia. Pur se scritte nel cuore dei conflitti feudali del Basso Medioevo e dominate dai valori aristocratici di lealtà, generosità e onore, vi ritroviamo la stessa favolosa aura dei pomei di Boiardo e Ariosto, del Signore degli anelli e del Trono di spade 


E per l'anno corrente è tutto: appuntamento al 2024. Non mancate!