Tutto, ma proprio tutto quello che porteremo in libreria a febbraio: uno sguardo in anteprima alle nostre proposte. Ti sei perso qualcosa? Leggi cosa è successo i mesi scorsi.
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Ben tornati, lettori, al racconto in anteprima delle novità Bompiani sugli scaffali nel mese di febbraio. Anno nuovo, vita nuova? Ma sempre in compagnia di ricche proposte.
Il primo titolo di cui vi parliamo per questo secondo mese del 2023 è il nuovo libro di Igiaba Scego, Cassandra a Mogadiscio. Siamo a Roma, il 31 dicembre del 1990, e una sedicenne si prepara per la sua prima festa di Capodanno; non sa che proprio quella sera, mentre la televisione racconta della guerra civile scoppiata in Somalia, il Jirro scivolerà dentro il suo animo per non abbandonarlo più. Jirro è una delle molte parole somale che incontriamo in questo libro: è la malattia del trauma, dello sradicamento, un male che abita tutti coloro che vivono una diaspora. Nata in Italia da genitori esuli durante la dittatura di Siad Barre, Igiaba Scego mescola la lingua italiana con le sonorità di quella somala per intessere una lettera a una giovane nipote, un resoconto storico, una genealogia familiare, un laboratorio alchemico nel quale la sofferenza si trasforma in speranza grazie al potere delle parole.
Restiamo in Italia con Monica Acito e il suo Uvaspina, che altro non è che il soprannome del protagonista, nato con una voglia sotto l’occhio sinistro: si è abituato presto a essere chiamato con quel nome che lo identifica con la sua macchia. A quasi tutto, del resto, è capace di abituarsi: a suo padre, che si vergogna di lui; alla Spaiata, sua madre, che dopo aver incastrato il marito con le sue arti di malafemmina e chiagnazzara non si dà pace di aver perduto il proprio fascino e finge di morire ogni volta che lui esce di casa. Ma a sua sorella Minuccia, abitata fin da bambina da un’energia che tiene in scacco il fratello con le sue esplosioni imprevedibili, le ripicche, la ferocia. Eppure, solo Uvaspina conosce l’innesco che rende la sorella uno strummolo, una trottola capace di ferire con la sua punta di metallo vorticante. E solo Minuccia intuisce i sogni di Uvaspina. Intorno a loro, Napoli. E proprio sul confine tra la città e il mare, tra la storia e il mito, Uvaspina incontra Antonio, pescatore dagli occhi di colori diversi, che legge libri e non ha paura del sangue, che sa navigare e rimettere al mondo un criaturo che dubita di se stesso. La purezza del loro incontro, però, non potrà nascondersi a lungo: la città li attira a sé, lo strummolo gira e il suo laccio unirà per sempre i loro destini. Una passione assediata dallo scherno e dallo scuorno.
Passiamo infine alla rinnovata collana Munizioni con Occhi di lupo, cuore di cane di Diana Ligorio, che ha l'eloquente sottotitolo La vita invisibile di un agente della DIA. Siamo nel 1992, dopo Capaci e via D'Amelio, quando sembra che il male abbia trionfato. Per rispondere a questo attacco durissimo però lo Stato sta silenziosamente mettendo in campo un corpo speciale: la DIA, Direzione investigativa antimafia, che riunisce i migliori uomini di tutte le forze dell’ordine. Sono uomini che per mettersi in caccia di chi ha ucciso Falcone e Borsellino lasciano le famiglie, vivono sotto copertura in alberghi di quart’ordine, hanno a disposizione strumenti rudimentali ma sono animati dal sentimento altissimo di una missione che li unisce come fratelli. In questo romanzo uno di loro trova il coraggio di raccontare le indagini, le ore di ascolto delle voci intercettate, l’adrenalina dei blitz, le ossessioni e le emozioni di quei giorni cruciali: le racconta a suo figlio, che a quel tempo era un bambino pieno di nostalgia per il padre sempre lontano.
Restiamo in Italia con Elisa Ruotolo e Il lungo inverno di Ugo Singer, arricchito dalle illustrazioni di Chiara Palillo. Sam è un topo bambino, e trova Ugo – quando ancora non è Ugo – in uno scantinato umido. Insieme ai suoi fratelli chiassosi, il topo guarda con sospetto l’arrivo di Ester, una tartaruga sola al mondo, se non fosse per un piccolo uovo che protegge con amore e cura infiniti. Ma il sospetto lascia posto alla curiosità prima e alla premura poi. Ed è lì, tra i topolini, nel buio, al riparo di una vecchia macchina per cucire, che viene al mondo Ugo Singer. Sam diventa suo fratello nell’anima quanto non lo è nel corpo e nei moti: un topo e una tartaruga hanno tempi diversi, e questo Sam lo sa, noi lo sappiamo. Ugo no. Sarà Sam ad aiutare l’amico a esaudire il suo più grande desiderio: uscire dallo scantinato, vedere il mondo e assaporare l’inverno, nonostante la neve, nonostante le paure di Ester, nonostante il letargo.
Memorie di un infedele di Sebastiano Nata, invece, ci riporta nel mondo umano, il mondo di Tommaso Alfieri, che guarda la sua vita e si rende conto di averla sperperata. Ha fatto carriera, ha viaggiato per mezzo mondo, ha avuto donne audaci, ma di tutto questo pare che non gli sia rimasto nulla. Ha perso Evelina, moglie adorata che ha trovato attenzione altrove, e i figli hanno preso le loro strade. È solo. Crede di aver capito dove ha sbagliato, vorrebbe restituire il giusto valore ai suoi giorni, però non sa quanti gliene rimangano: se è facile mettere al sicuro i soldi guadagnati, niente è garantito nell’esistenza di un uomo, specie se la salute vacilla. Tommaso non si arrende, insegue ciò che gli sembra possibile. Per questo forse accetta di aiutare Jolanda, albanese dagli occhi molto celesti confinata in un campo alla periferia di Roma, che però con lui si fa esigente fino alla sfrontatezza. Per questo, abbandonato lo storytelling aziendale, racconta fiabe al nipotino Giovanni cullandosi nel tepore di un affetto incondizionato. Per questo si commuove e piange perfino di fronte alla Pietà Rondanini. Per questo Tommaso intravede la via per una rinascita, non importa quanto effimera.
Partiamo dagli Stati Uniti, per la narrativa straniera, con Ashleigh Bryant Phillips e Pigiama party, per la precisione da un angolo dimenticato del sud degli Stati Uniti, una distesa di campi di granturco, cimiteri e distributori di benzina. È qui che si intrecciano in un vagabondare senza meta le storie di un’adolescente in fuga, un venditore di materassi, un’insegnante d’arte frustrata. Attraverso il loro sguardo disilluso prende forma una comunità come tante, brulicante di vita e di legami ma anche claustrofobica, al punto che non si può che desiderare di abbandonarla. Ammesso che andarsene sia possibile.
Torniamo invece in Europa per raccontarvi i nuovi libri di due autori già presenti nel catalogo Bompiani, il tedesco Thomas Hettche e la danese Dorthe Nors. Il primo, con Il filo del cuore, narra di una novella Alice nel Paese delle meraviglie: la protagonista, dopo aver assistito a uno spettacolo al teatro delle marionette di Augusta, scopre una porta nascosta e un mondo meraviglioso, la soffitta di quel teatro, dove la aspettano “la signora Wutz e il pinguino Ping, il varano Schusch con il suo berretto, l’elefante marino e il gatto con gli stivali, e tra tutti quegli animali il professor Habakuk Tibatong e Aladino, Naso Nasaccio, Fata Piumetta e il brigante Ozziplozzi, la piccola strega, Zoppo Trump, il piccolo principe con la volpe, Seppel e la nonna, il maresciallo Diplomesso e Jim Bottone”. Ma soprattutto la donna che ha creato queste marionette, Hatü, pronta a raccontare la propria storia.
Mappa del Canada, invece, è un raccolta di racconti, che spaziano dalle metropoli del Nord America alle luci di Copenaghen ai vuoti silenziosi delle foreste: le donne e gli uomini descritti da Dorthe Nors sono persone in fuga da rapporti dissestati, in cerca di legami, ognuno con una solitudine da colmare e un altrove da raggiungere. Una scrittrice si rifugia in una baita e fa amicizia con la madre di un ex amante. Un uomo decide di andare a caccia per sfuggire qualche ora alla moglie ma non sa se riuscirà più a tornare indietro. Uno scapolo più che maturo mette tutto se stesso al servizio delle socie di un circolo per anziani. L'autrice proietta una luce negli angoli più nascosti e porta l’oscurità dove meno ce la aspettiamo.
Dopo il carico di narrativa italiana e straniera che vi abbiamo appena presentato, raggruppiamo qui le altre proposte di febbraio.
Per la collana Overlook abbiamo Lost & Found. Sul perdere e trovare l'amore di Kathryn Schulz. Diciotto mesi prima della morte del padre Isaac, da tempo malato, l'autrice ha incontrato la donna che poi avrebbe sposato. Queste esperienze sono il motore dei movimenti di cui si compone il suo memoir: Lost, la perdita, Found, l’incontro, e And, l’unione. A queste tre parti corrispondono tre famiglie americane molto diverse: quella di Isaac, ebreo polacco immigrato negli Stati Uniti, avvocato dalla mente formidabile, tanto brillante quanto distratto; quella di C., futura moglie di Kathryn, figlia di contadini del Maryland, devoti cristiani; e la famiglia che nascerà dal matrimonio tra Kathryn e C. Schulz medita su come le nostre vite siano modellate dalla perdita e dalla scoperta: noi smarriamo cose di continuo, affrontiamo perdite gravi e devastanti, ma ogni giorno ci attende una scoperta, casuale o intenzionale, che si tratti di un pianeta sconosciuto, di un nuovo vaccino o di una persona che ci fa innamorare. Perdita e scoperta ci ricordano entrambe la discrepanza radicale tra le nostre vite e il resto dell’esistenza; ma mentre di fronte all’enormità dell’universo perdere qualcosa ci fa sentire piccoli e insignificanti, trovare qualcosa ci fa sentire piccoli ma anche stupiti e fortunati di essere al mondo: ci fa meravigliare invece di farci disperare.
Restiamo negli USA ma passiamo alla poesia: i CapoVersi si arricchiscono di una corposa antologia di William Carlos Williams, A un discepolo solitario, a cura di Luigi Sampietro. Williams è uno dei grandi classici della poesia statunitense del Novecento, da molti considerato il più americano tra i poeti americani. Di professione medico ostetrico, formatosi artisticamente a inizio secolo nel fecondo clima delle avanguardie newyorchesi, Williams si avvicinò alle esperienze moderniste che andavano sviluppandosi su entrambe le sponde dell’Atlantico, in cerca di una specificità culturale che fosse tutta statunitense.
Infine arriva nei Testi a fronte Shōbōgenzō Zuimonki. Discorsi informali di Eihei Dōgen, per la prima volta tradotto in italiano dall’originale giapponese e corredato con il commento di un maestro Zen italiano. Il testo raccoglie i sermoni - trascritti dal suo principale discepolo Ejō - che Dōgen ha impartito a un pubblico eterogeneo che comprendeva sia monaci che laici nel tempio Kōshōji a Fukakusa, località di Kyo - to tra il 1235 e il 1237. La versione utilizzata è quella che si trova nel tempio Chōenjibon nella provincia di Aichi nel Giappone centrale, una trascrizione manoscritta del 1644 di un testo risalente al 1380 e che oggi è considerata la più antica e affidabile. Nella vasta produzione di Dōgen lo Zuimonki occupa un posto importante perché, diversamente dagli altri scritti che hanno un carattere più marcatamente dottrinale, è più discorsivo e presenta l’insegnamento in modo diretto e facilmente comprensibile, quindi adatto anche a un pubblico non specialista. Leggere lo Zuimonki non è solo un modo per approfondire la dottrina dello Zen, ma anche per attingere a una sorgente di grande spiritualità valida in ogni tempo.
Per finire, la consueta carrellata di titoli che tornano in libreria: Follia? di Giordano Bruno Guerri, Nell'intimità di Hanif Kureishi e Il maestro della Terra di Mezzo di Paul H. Kocher.
E per ora è tutto: appuntamento al mese prossimo. Non mancate!