Giunti Editore

Matteo Tafuri

Vergato a Napoli per mano di Francesco Cavoti nel 1537, il Commento agli Inni orfici è l’unica opera, oltre ad un Pronostico ancora inedito, del filosofo e astrologo Matteo Tafuri, naturalista, raffinato interprete della fisiognomica e prodigioso nell’arte divinatoria. Affascinato dalle “scienze” occulte, dai sacri misteri divini e dai miti dei prisci theologi fa rivivere a nuova luce la sapienza orfica antica sovente concordata con le fonti evangeliche e restauratrice dell’originaria alleanza fra πίστις, εὐσέβεια ed ἔρως. Incline al platonismo, indulgente per i miti e per i fremiti religiosi, fedele alla philosophia Christi, tormentato dalle controversie teologiche, si accosta ai misteri divini orfici rivendicandone il carattere filosofico e teologico. L’impeto di fede, critico, d’impronta erasmiana, sembrò agli occhi dei suoi detractores superstizione e idolatria, più che palingenesi. L’impegno profuso per il rinnovamento della religio culminò in un’apologia dei veri principi del cristianesimo.